IL
TARTUFO NERO PREGIATO
Il Tuber melonosporum ossia il tartufo nero pregiato, è spesso indicato
commercialmente come tartufo di Norcia o di Spoleto (data la sua predominanza
nella zona dei suddetti territori) o come truffe du Périgord (data
la fama e la diffusione che questo tubero
ha in Francia e nella cucina internazionale) pur se si reperisce anche
nel cuneese, in tutto il Piemonte e in molte altre zone di varie regioni
d'Italia. In Francia e più precisamente oltre che in Dordogne (Périgord)
anche nel Poitou e in Provence, questa specie è non solo diffusa
ma anche attivamente coltivata (ovviamente in coltura indiretta, per seminagione
di querce e lecci tartufigeni in terreni adatti) fin dai primi anni del
secolo scorso, quando un agricoltore provenzale, certo Joseph Talon, vi
si dedicò con un felice tentativo empirico che divenne in seguito
un metodo largamente impiegato. La produzione più estesa e più
abbondante non solo in Francia ma anche in Italia, Spagna, Jugoslavia e
una maggiore facilità di ricerca e di raccolta sono forse i principali
motivi della valutazione economica di quest'ottimo tartufo che si aggira
attorno alla metà di quella del bianco pregiato: il che non significa
che si tratti di una valutazione modesta poiché, anzi, il prezzo
del melano sporum è pur sempre elevato ossia consono a un prodotto
raffinato e assai apprezzato. Per riconoscere questo pregevole tubero si
devono individuare i seguenti caratteri fondamentali:
1 - 1'odore o meglio il profumo è ottimo, aromatico, penetrante,
fruttato; abbastanza intenso, anche se molto meno di quello del bianco
pregiato, questo profumo è però persistente e si ritrova
ancora persino nella polvere del tartufo essiccato; il sapore è
molto gradevole, leggermente piccante e resiste bene alla cottura;
2 - il corpo fruttifero è abbastanza grande (dalle dimensioni
d'una ciliegia a quelle d'una grossa arancia, ossia da circa tre a quindici
cm di diametro); alcuni esemplari eccezionali possono pesare anche mezzo
chilo;
3 - la forma è rotondeggiantre, globosa oppure reniforme; talvolta
il tubero è ottusamente lobato oppure decisamente irregolare quando
sia cresciuto in terreno sassoso;
4 - la scorza (peridio) è coperta di verruche medio-piccole,
regolari, di diametro variabile (anche fino a 3-4 mm) che, ingrandite,
hanno contorno esagonale e sommità depressa; risulta quindi piuttosto
liscia, non pungente; essa è nera 0 bruna scura con macchie o sfumature
color ruggine;
5 - la polpa (gleba) che negli esemplari acerbi è grigia chiara,
brunastra, diventa a maturazione nero violacea con numerosissime e fini
venature bianche, marginate da due bande translucide. L'osservazione microscopica
rivela aschi arrotondati, con un massimo di 4/6 spore dai corti aculei
rigidi ovoidali, allungate; le spore appaiono opache e brune a maturità
(gialle negli esemplari acerbi); esse misurano 20-25 x 30-35 micron di
diametri.
Possibili confusioni
Non è né raro né difficile che il tartufo nero
pregiato venga confuso con altre specie a peridio scuro e verrucoso, le
quali assomigliano di più al loro capofila di quanto i tartufi scadenti
a peridio liscio assomiglino al bianco pregiato (che si denuncia per un
profumo intensissimo di cui gli altri sono sprovvisti). È certo
poi che proprio per questa somiglianza, c'è stato e c'è chi
cerca di spacciare fischi per fiaschi ossia una specie per l'altra agli
acquirenti non informati. Le specie confondibili con il melanosporum, per
quanto meno pregiate, sono di fatto mangerecce e odorose, sia pure meno
gradevolmente. Di esse descriveremo di seguito i caratteri salienti nel
capitolo «Gli altri tartufi commestibili», ma diamo qui alcune
notizie utili a scopo comparativo. Citiamo innanzi tutto il nero invernale
o trifola nera, Tuber hrumale Vitt. che viene raccolto già in autunno
in zone dove vegeta il melanosporum benché la sua reperibilità
sia molto più estesa (dalle Alpi a tutta l'Italia Centrale nei terreni
calcarei dove matura però da gennaio a marzo). Altra specie somigliante
è lo scorzone o tartufo d'estate, Tuber aestirum Vitt., che si distingue
per le grosse verruche piramidali, il colore differente della gleba e insomma
i caratteri che di seguito descriveremo. I1 fatto che maturi in estate
da giugno fino però a novembre quando si comincia a reperire il
melanosporum ne farebbe quasi più un sostituto stagionale che un
concorrente. Però sia il nero invernale (soprattutto) sia quello
d'estate si prestano ad essere confusi, oltre che allo stato fresco, particolarmente
nelle confezioni in conserva: nei vasi di prodotto sterilizzato è
stato non di rado mescolato qualche nero scadente a quelli pregiati. Inoltre
(ma qui la confusione non c'entra) una pratica curiosa e poco ortodossa
vuole che in certi vasi di melanosporum il liquido che dovrebbe essere
la profumata acqua di vegetazione fuoruscita per effetto del calore, sia
invece della comune acqua aggiunta, dopo l'asportazione del suddetto liquido,
il quale viene venduto a quotazioni assai vantaggiose soprattutto sul mercato
francese, dove è richiesto e consumato largamente come aroma in
cucina. Quanto al Tuber moschetum De Ferry che taluni considerano addirittura
una varietà del melanosporum, propendiamo per ritenerla una varietà
del hrumale, il fortissimo profumo (dolce e aromatico) della quale la rende
inadatta al tradizionale consumo e difficilmente confondibile.