VENETO
Tipica regione ad accentuata economia
mista: agricoltura, industria, turismo. Quest'ultimo rappresenta una
parte rilevante del prodotto:
oltre 45 milioni di presenze annue (50% straniere). Masse
inarrestabili che si accalcano per quasi tutto l'anno nelle calli, sui
ponti, nei musei, nei palazzi di Venezia; flusso interminabile
di visitatori e turisti che vengono ingoiati dalle ville venete, dalle
montagne dolomitiche in estate e inverno (Cortina soprattutto), dalle spiagge
di Osolo, Bibione, Eraclea, dalle coste del Garda; gente che s'affolla
nelle rinomate terme dei Colli Euganci. il Veneto non dimentica le sue
terre fertili e tantomeno la dinamicità delle sue piccole industrie.
Come il Trentino-Alto Adige, anche il Veneto è contrassegnato da
una serie di torrioni e guglie dolomitici (il vertice e Pizzo Serauta sulla
Marmolada con i suoi 3342 m) e da cospicui bacini fluviali.
Le feste. Famosi i carnevali, quello
di Venezia in prima fila, poi a Sappada (BL) con la maschera; i carri allegorici
di Malò (VI), il "Bacanal del gnoco di Verona": distribuzione
di gnocchi da "negar de vin dentro la pansa". Grande
tombolata a Porto Tolle (Ro) dal 2 al 9 settembre; Sagra del pesce d'agosto
a Chioggia (VE).
Artigianato. La "bautta",
una maschera tipica del '700 veneziano o della commedia dell'arte, con
mantello e cappuccio, maschera e velo neri. Si trova a Venezia. Arazzi
per pareti e per mobili di velluto allucciolato d'oro (panno di fili di
seta alternati a fili d'orpello) a Codega Sant'Urbano (TV).
Vacanza alternativa. Escursione alla
scoperta del Delta del Po: barene, buse, scani, bonelli, langhe, mortize,
golene, sacche s'incontrano nel viaggio in battello.
Proverbio. Per
saver la verità bisogna sentir do busiori (Per conoscere la verità
bisogna ascoltare due bugiardi).
Si mangia. La cucina della Serenissima
rifiuta i sapori troppo forti e preferisce conciliare gli estremi in garbati
compromessi. Grandi mangiatori di polenta, i veneti hanno però codificato
almeno quaranta modi di cucinare il riso. Il più
celebre, coi piselli (risi e bisi), ma anche con altre verdure (verza,
asparagi, sedano e pomodoro, radicchio), con carni (trippa, fegatini, salsicce,
quaglie) e prodotti del mare (seppie, scampi, pesci assortiti).
Poche le paste: l'arcinota pasta e fagioli, i "bigoli", spaghetti
rustici al sugo di anatra o di sardelle. Pinoli, uvette e spezie sono presenti
spesso. Con la polenta, la tradizione vuole il. baccalà oppure gli
"osci": da Venezia, l'usanza si e andata diffondendo fino a Bergamo.
Il baccalà, spesso, è stoccafisso e la preparazione più
diffusa è quella del baccalà mantecato: bollito e ripulito,
si cucina poi a vapore con sale, pepe, noce moscata, quindi viene sbattuto
con un cucchiaio di legno, aggiungendo olio d'oliva. II mare è molto
generoso: mitili, vongole,
cappesante, granchi (nel tempo della muta, una bontà sono le moleche),
granseole, pesce azzurro ("le sarde en saor", antipasto tipico),
sogliole, orate, passere, branzini, anguille (giù, verso le Valli
di Comacchio). Sul fronte della carne, i veneti tendono a preferire i bipedi.
Tra Verona e Padova c’è una buona tradizione dei bolliti misti (nel
Veronese, serviti con la salsa "peara"), ma, in generale, sono
anatre, oche, polli, piccioni a riempire le tavole. Il Veneto è
una delle prime regioni italiane nel rapporto qualità-prezzo, con
l'eccezione di Venezia. Come Firenze e Roma, la Venezia dei ristoranti
riserva più brutte che belle sorprese.
Si beve: Il Veneto è la regione
italiana con la più approfondita "religione" del vino.
Basti pensare all'usanza delle "ombre": in origine il nome designava
il bicchiere da un decimo di litro, poi è passato a indicare l'usanza
del bere fuoripasto, generalmente a mo' di aperitivo. E in Veneto, più
che altrove, sopravvivono le osterie che, insieme all'ombra, al banco forniscono
uno stuzzichino (uova sode, formaggio, acciughe e peperoni, crostoni di
polenta abbrustolita con salame). Non si limita a bere, il Veneto, ma produce,
e produce molto: mediamente si colloca al terzo-quarto posto e ospita
il principale avvenimento italiano per il mondo del vino: nel mese di aprile,
a Verona, l'esposizione Vinitaly, salone internazionale delle
attività vitivinicole. La provincia di Verona è la più
importante per i bianchi fermi e i rossi: Soave Valpolicella, Bardolino,
è detto tutto Anche all'estero questi vini sono molto conosciuti.
Il Soave nasce da un vitigno originario del Vicentino, Garganega più
Trebbiano, mentre Bardolino e Valpolicella derivano da uvaggi, in percentuale
variata, di Corvina, Rondinella, Molinara e Negrara. Soave e Valpolicella,
così come il vicentino Gambellara (spesso sinonimo di Garganega)
possono dare origine al Recioto, amabile o secco.