LAZIO
italy
L'antichissima tradizione olivicola laziale, che và senz'altro messa in relazione con l'ottima condizione pedoclimatica delle zone collinari e specialmente di quelle interne confinanti con la Toscana e l'Umbria, ricche di laghi, ha radici storiche risalenti alle prime colonizzazioni elleniche poi allo sviluppo del dominio romano che conferisce in epoca imperiale capitali e lavoro nel latifondo dove l'ulivo assume una parte rilevante, se non preponderante. Ne sono testimonianza le orciaie per le scorte olearie rinvenute tra le vestigia delle ville patrizie. La ragguardevole produzione attuale di olio riguarda tipi diversi anche per la presenza di cultivar specifiche di certi comparti colturali: per esempio nel Viterbese ha caratteristiche proprie la zona di Canino dove la cultivar Canino (o Caninese) predominante conferisce agli oli una tipicità con sfumature peculiari. In questa zona esistono egualmente esempi ragguardevoli di cooperativismo sia per la produzione e la commercializzazione degli oli sia per la lotta fitosanitaria mirata, in base a monitoraggio. I1 Preappennino laziale compreso fra la catena appenninica e la pianura costiera con i suoi rilievi di origine vulcanica e i suoi laghi, presenta a Nord il gruppo dei monti Volsini intorno al Lago di Bolsena: qui il. coprensorio olivicolo della Tuscia Viterbese presenta una molteplicità di cultivar, oltre alla Canino, fra cui Crognolo, Frantoio, Leccino, Moraiolo, Fosco, Maurino, Pendolino... A Sud di Viterbo i Monti Cimini con il Lago di Vico sono pure olivicoli con varietà di cultivar analoghe. In Sabina, fino al confine umbro, fino a Rieti, capoluogo, i begli uliveti antichi con esemplari millenari di cui si favoleggia, si alternano a nuovi impianti con sesti e forme di allevamento moderni: interessante varietà locale è la Carboncella che si alterna e si combina con Moraiolo, Frantoio, Leccino. Altre zone di oli pregiati sono i colli della Ciociaria a nord di Frosinone e, più a Ovest, la pianura di Cori in provincia di Latina dove sono predominanti le cultivar Frantoio e Leccino. Si dice in generale degli oli laziali, pur nelle loro diversità zonali, che essi hanno caratteristiche in equilibrio fra la finezza e la fluidità dei prodotti settentrionali e la sapidità e il corpo di quelli meridionali: l'opinione si riscontra esatta abbastanza normalmente e consente di definire questi oli come assai versatili per le applicazioni culinarie sia a crudo sia in cottura.