ABRUZZO
Ricca di antichi uliveti specialmente impiantatati in zone collinari, la Regione ha una grande tradizione olivicola che le nuove tecniche, pur se in espansione, stentano a soppiantare. Certi microclimi consentono agli ulivi di vegetare anche fino ad altitudini attorno ai 500 m s.l.m. Molti impianti sono ancora di tipo estensivo, boschivo, con piante alte, dove la raccolta e la lavorazione sono poco agevoli. La prerogativa di spicco per cui gli oli abruzzesi, di qualità, sono squisiti e assai tipici, consiste nelle varietà di ulivi prevalenti:
nel Chietino la Gentile di Chieti specialmente e poi la Dritta, la Carboncella (o Carboncello), il Leccino. Ci sono così oli più fluidi e aromatici assimilabili ai toscani o ai laziali, talvolta con un loro particolare, gradevolissimo sentore d'agrumi e oli piu corposi e strutturati che già richiamano le caratteristiche di certi più meridionali. Il territorio provinciale dell'Aquila, più montano, non ospita molti uliveti: tuttavia c'e olivicoltura nella Vallata del Tirino che sconfina nella provincia di Pescara. Meritano citazione anche gli uliveti della Conca di Sulmona alle falde della Maiella. Nella provincia di Teramo si segnalano come zone vocate all'olivicoltura le Valli del Tordino e del Vomano. Nel pescarese la Valle del Tavo. Nella provincia di Chieti vaste zone, dal capoluogo giù fino a Lanciano, Fossacesia, Vasto ospitano le colture della citata Gentile di Chieti, l'oliva autoctona.