ABRUZZO
La
prerogativa di possedere le più alte cime appenniniche, ossia
il Corno Grande del Gran Sasso d'Italia e il monte Amaro della Maiella,
fa sì che l'Abruzzo venga definito una regione montuosa: in verità
si tratta di un territorio geograficamente assai variato che, dalle coste
adriatiche su fino alle citate cime, include un vasto altopiano costituito
per più di
un terzo da colline costiere, dove la brezza marina allevia le calure siccitose
dell'estate, e da colline più interne, dove il clima è fresco
e umido. In generale, la regione ha buona vocazione
agricola e una produzione viticola (varie uve da vino e uve da tavola)
relativamente importante. La produzione di vino dell'Abruzzo rappresenta
mediamente ben il 6% del prodotto nazionale, più dunque di quella
del Piemonte o del Lazio o dell'Umbria. La viticoltura, che è una
delle coltivazioni più estese, si trova quasi tutta ubicata nei
terreni collinari e solo in piccola parte in zone montane di altura ed
e praticamente assente nelle estensioni di pianura. Essa è
concentrata soprattutto nella provincia di Chieti, le cui estensioni vitate
sono più del triplo di quelle del Teramese, più del quadruplo
di quelle del Pescarese e circa 5 volte quelle dell'Aquilano. I vigneti,
per lo più a coltura specializzata, sono a pergola o a tendone,
raramente a bassi tralicci come nelle alture aquilane. Il vitigno predominante
per oltre
la metà degli impianti è il Montepulciano a bacca nera, cui
segue il Sangiovese pure a bacca nera. Fra i vitigni a bacca bianca, che
rappresentano circa 1/4 del vigneto Abruzzo, predominano il Trebbiano d'Abruzzo
e il Trebbiano Toscano. Fra i vitigni sperimentali presenti: Merlot, Barbera,
Dolcetto, Mallek (rossi), Riesling, Traminer, Tocai e l'immancabile Chardonnay
(bianchi). È arduo distinguere delle sottozone vinicole in una regione
dove le colline di Chieti predominano per estensione e produzione e dove
le DOC stabilite dai disciplinari sono soltanto due e designano pochissimi
tipi di vini con provenienza estesa a tutte le province; dove d'altronde
altri tipi generici di vini bianchi, rossi o rosati, per quanto interessanti,
non possono definirsi che con nomi di vitigni (Merlot, Pinot Bianco, Pinot
Grigio) o al massimo con indicazioni geografiche. In relazione ai suddetti
vitigni predominanti, i più noti vini sono il Montepulciano d'Abruzzo
Rosso o Cerasuolo e il Trebbiano d'Abruzzo Bianco, che sono riconosciuti
e descritti da relativi disciplinari di DOC. Ci sono poi vini da vitigni
sperimentali e, sempre più scarsi e quasi in estinzione, vini dolci
ottenuti da vitigno Moscato. Come è accaduto in altre regioni, esiste
- recente innovazione - una produzione di vini spumanti solitamente rifermentati
in grandi recipienti, da uve Trebbiano o da vinificazione in bianco di
uve Montepulciano. In pratica sono i vini DOC che, caratterizzando la produzione
regionale, consentono una descrizione uniforme, anche se non molto specifica,
per quanto riguarda le provenienze in merito alle quali non ci si è
saputo o voluto esprimere in termini di regioni naturali e di tradizione,
come si sarebbe forse potuto fare assegnando nomi geografici (per esempio
Val di Sangro e Teatino) a certe produzioni locali.