FRIULI VENEZIA GIULIA
La
più orientale delle regioni italiane, ai confini con l'Austria
e con la ex Yugoslavia, che include l'esigua area istriana attorno a Trieste,
secondo gli storici conosce la viticoltura fin da tempi antichissimi, quando
le prime varietà di Vitis vinifera vi giunsero dall'Oriente, assai
prima della conquista romana. Un'incessante evoluzione e una sicura predilezione
per questa
coltura ha conferito da sempre pregio ai vini friulani e giuliani i quali,
più recentemente, hanno ribadito la loro classe inconfondibile ottenendo
riconoscimenti e successi nazionali e internazionali. Al punto che si
può con ragione parlare di un autentico stile enologico friulano
fatto di predilezione per i vini da monovitigno, di rispetto per la fragranza
aromatica, di ampie selezioni varietali, di costante sperimentazione e
di caparbia intransigenza nella ricerca della qualità, di cui e
sintomo inequivocabile la bassa resa per ettaro dei vigneti.
Riprova del livello elitario dei vini della regione è l'alta percentuale
di prodotti a DOC Ciò su una produzione totale modesta ma ragguardevole,
se si considera che un 2% circa della produzione nazionale è ottenuto
da un vigneto relativamente ridotto come estensione, coltivato con criteri
di bassa resa e di elevata qualità. Il territorio comprende le Prealpi
Carniche e le Prealpi Giulie, una vasta zona pianeggiante solcata dal Tagliamento
e da altri fiumi minori, si affaccia all'Adriatico con una bassa pianura
che fronteggia le lagune di Marano e di Grado e si prolunga poi dal Carso
verso Trieste fino a Muggia in una sottile striscia costiera istriana.
Il Friuli-Venezia Giulia è una delle cinque regioni italiane a statuto
speciale; terra di confine, ha una storia tormentata che dal punto di vista
enologico prese una nuova svolta dopo la prima guerra mondiale, quando
il reimpianto di tanti vigneti distrutti offerse lo spunto per sperimentare
vitigni stranieri che si sono poi inseriti nella gamma di quelli nostrani,
alcuni dei quali addirittura storici come il Refosco, identificabile con
una varietà già celebre in epoca romana. Sussistono altri
vitigni forse antichi e comunque rintracciabili nelle cronache medievali;
Ribolla, Pignolo, Malvasia Istriana, Verduzzo e poi, a frutto nero, Schioppettino
e Tazzelenghe. Altri vitigni tipici o addirittura in evidenza come il Tocai
Friulano e il Picolit non hanno provenienza accertata ma lunga tradizione.
Quanto ai vitigni stranieri prevalenti, i rossi Merlot e Cabernet Franc
e Sauvignon e i diversi Pinot Nero, Grigio, Bianco, aprono la fila insieme
ai bianchi come Chardonnay, Sauvignon, Riesling, Traminer. Ma numerose
sono poi le varietà raccomandate o autorizzate. Il vigneto friulano
che come s’è detto, è destinato a basse rese, presenta in
collina una forma di allevamento a "doppia arcata capovolta', e in
pianura un sistema detto "casarsa" predisposto per la vendemmia
meccanizzata. Le Grave del Friuli, così dette dal francese graves
che designa terreni analoghi del Bordolese, stanno ai piedi di un anfiteatro
morenico dove le erosioni fluviali hanno accumulato e depositato terreni
grossolani, ghiaiosi che si prestano alla viticoltura. In questa zona pianeggiante
fra Udine e Pordenone scorre il Tagliamento; su appezzamenti a strutture
morfologiche variabili e nei diversi microclimi delle vaste Grave allignano
numerose varietà di vite per la produzione di vini rossi, soprattutto
Merlot e bianchi, la cui produzione è sempre in aumento, capeggiati
dal Tocai Friulano. La D.O.C. Grave del Friuli si specifica con un’intera
gamma di vitigni fra cui i Cabernet, il Pinot Grigio e Bianco, il Refosco
dal Peduncolo Rosso, il Verduzzo Friulano e via dicendo. La Piana bassa
al di sotto delle Grave, caratterizzata dalle risorgive - cioè da
acque che ritornano in superficie dopo percorsi sotterranei - si estende
fino al litorale adriatico con terreni formati da sedimentazioni di materiale
leggero, argilloso, limo, sabbia, sui quali, date le favorevoli condizioni
climatiche, sono coltivati vitigni che danno prodotti interessanti. Nel
tratto più occidentale la pianura bassa confina col Veneto e include
la parte settentrionale della zona da cui si ottengono i vini DOC LisonPramaggiore
(vedere Veneto). Nella zona di Latisana, su terre in parte di bonifica,
si coltivano vitigni a frutto rosso che danno vini rossi e rosati solitamente
piuttosto leggeri rispetto ai vitigni a frutto bianco. Anche la DOC Friuli
Latisana si applica a una serie di prodotti prevalentemente da monovitigni:
Merlot, diversi Cabernet' Refosco fra i rossi, Tocai, Pinot Bianco e Grigio,
Verduzzo Chardonnay e altri fra i bianchi, più i rosati da uvaggio.
La zona di Aquileia, più a est, possiede anche terreni calcarei
e gode di un mite clima marittimo che influiscono sulle viti da cui si
ottengono vini, sia rossi sia bianchi, beverini, fruttati, sempre distinti
per vitigno, secondo lo stile regionale. La D.O.C. Aquileia o Aquileia
del Friuli include anche un rosato da uvaggio. I Colli Orientali del Friuli
appartengono alla parte più classica e più apprezzata del
vigneto friulano. Si tratta di rilievi di modesta altitudine, geologicamente
piuttosto omogenei, che si distendono in una fascia ai piedi delle Prealpi
Giulie, da Tarcento a Cividale del Friuli, poi più a sud fino a
Buttrio e a Corno di Rosazo, che già risentono dell'influsso dell'Adriatico
con un microclima meno freddo e umido. Proprio per questo nella zona meridionale
si trovano maggiori concentrazioni di vigneti, specialmente a frutto bianco,
che producono in prevalenza vini Tocai, Ribolla, Pinot, Chardonnay, Sauvignon.
I rossi dei Colli Orientali, corposi e coloriti, sono soprattutto Cabernet
e Merlot, pur se la DOC e riferita anche ad altri vitigni. Tuttavia i vini
più caratteristici dei Colli Orientali sono il Picolit dolce, soprattutto
della zona fra Rocca Bernarda, Bosco Romagno e Prepotto; il Ramandolo dal
vitigno Verduzzo Friulano, specialmente della zona settentrionale attorno
a Nimis e Tarcento, lo Schioppettino di Prepotto e di qualche altra località.
Il Collio Goriziano, simile ai Colli Orientali come caratteristiche pedologiche
e morfologiche, con un microclima così dolce da consentire persino
l'olivicoltura, vanta colture a vigna compatte, ordinate e ben irrigate,
su terreni friabili la cui componente minerale consente la produzione di
vini bianchi profumati, fini, eccezionalmente armonici e di vini rossi
piacevoli, morbidi, profumati. Questo piccolo comprensorio è costituito
da una fascia collinare arrotondata che segue il confine di stato con la
ex Yugoslavia; per apprezzarne la meticolosa viticoltura, basta visitare
i vigneti attorno alle città di Cormons, di Fara d'Isonzo e di Gorizia
o quelli più elevati attorno a San Floriano. Anche nel Collio Goriziano
la maggior parte della produzione vinicola riguarda i vini bianchi, con
in testa il Tocai, poi il Pinot Bianco, il Pinot Grigio, lo Chardonnay,
il Sauvignon. Pregevoli però sono i rossi, specialmente Cabernet
Franc e Merlot, che riescono corposi, fruttati, in parte adatti all'invecchiamento.
Anche questa zona ha ottenuto la propria DOC Collio Goriziano o Collio,
che può indicare un vino bianco e un vino rosso da uvaggi ma che
poi, secondo lo stile "varietal" regionale, designa vini precisati
dal relativo monovitigno. La Plaga Isontina, costituita dai depositi alluvionali
dell'Isonzo fino a Monfalcone, ha clima temperato e composizione dei terreni
diversa sia da quella delle altre zone pianeggianti, sia delle zone collinari.
Soprattutto nella parte più settentrionale, i vini sia rossi che
bianchi sono intensamente fragranti, con più personalità
degli altri vini di pianura e abbastanza paragonabili a quelli del Collio,
dei quali condividono anche la gamma di vitigni. Il Carso, ossia la striscia
di Istria italiana fino a Trieste e Muggia, occupa un altopiano i cui terreni
sono assai particolari, composti prevalentemente da calcare gessoso, porosi,
solcati da corsi d'acqua sotterranei - formazione geologica detta appunto
"carsica". In questo ambiente praticamente unico, dov'è
particolare anche il clima instabile - mite lungo il golfo, rigido e spesso
ventoso all'interno - su colline che raggiungono altitudini variabili fra
200 e 500 m si coltivano soprattutto i vitigni Refosco Istriano, più
comunemente detto Terrano (rosso) e Malvasia Istriana (bianca). Se ne ricavano
vini interessanti (qualificati con la DOC Carso) dei quali si dice persino
che abbiano proprietà medicamentose dovute alla ricchezza di minerali
che derivano dalle caratteristiche del terreno locale.