LIGURIA
Stretta fra le Alpi e gli Appennini che la proteggono dai venti del nord e il mare che ne mitiga il clima, la Liguria presenta poche zone pianeggianti e fiumi brevi e a carattere torrentizio. Il faticoso, paziente lavoro umano di secoli ha contribuito a creare un paesaggio particolare con piccole fasce di terreno sorrette da muri a secco, sulle quali crescevano un tempo uliveti, agrumeti e vigneti oggi in buona parte sostituiti da coltivazioni in serra di fiori e ortaggi. I vigneti superstiti, sparsi un po' ovunque, danno ancora numerosi vini locali anche fuori dalle zone più tipiche e dalle plaghe riconosciute idonee a produrre vini a DOC. Un tempo si riteneva che le aree vocate si trovassero alle due estremità della regione, ossia a ponente sui declivi delle valli del Nervia e del Crosia e a levante sui pendii rocciosi delle Cinque Terre. Oggi si includono anche tutta la Riviera Ligure di Ponente, con le estensioni vitate relativamente grandi lungo la Valle dell'Arroscia a ovest di Albenga, e a levante la Valle del Magra e la Lunigiana, con qualche sconfinamento in provincia di Massa nella Toscana. Ciò dipende in parte dalle DOC riconosciute e non modifica quei caratteri peculiari della viticoltura e dell'enologia liguri che sono sempre stati e rimangono una sorta di attività part time esercitata da chi possiede piccoli lotti di una proprietà assai frazionata; vere e proprie aziende vitivinicole non sarebbero redditizie e sono quindi rare, pressoché inesistenti. Ragguardevoli sono invece le piccole produzioni da minute estensioni di certi coltivatori appassionati che, desiderando maggior successo sul mercato, affinano colture e tecniche per ottenere vini di qualità. I1 frazionamento delle coltivazioni, la scarsità di prodotto (il vino ligure rappresenta circa lo 0,5% del vino italiano) dovuta alla natura del terreno e al clima siccitoso e, forse, anche una certa tendenza all’individualita dei liguri ha comportato e comporta un’enorme pluralità di prodotti (c'è chi ha individuato 85 tipi di vini) che derivano da un'eccessiva varietà di vitigni (un centinaio circa). Tutto questo rende difficoltoso individuare i caratteri comuni dei vini regionali ma offre, d’altra parte, la possibilità di sorprendenti scoperte di prodotti locali o familiari dai caratteri spiccati, anche se difficilmente rintracciabili e ripetibili nel tempo. Alcuni tratti distintivi si possono comunque individuare tra il Ponente e il Levante liguri: si tratta di diversità di vitigni ma anche di tecniche di allevamento e di lavorazione, che probabilmente risentono dell'influsso piemontese a ovest e di quello toscano a est. Nella grande varietà di vitigni si fa talvolta confusione anche perché nomi locali designano spesso in modi diversi varietà uguali o analoghe. L'Ormeasco è un clone di Dolcetto, l'Erbarola non è che una defonnazione fonetica che designa l'Albarola, Buzzetto è una denominazione locale di un vitigno Trebbiano della clonazione che cresce nel Savonese e che per tradizione porta comunemente il nome di Lumassina. È comunque possibile distinguere i vitigni prevalenti: accanto ai rossi locali Ormeasco e Rossese, il Sangiovese, il Cabernet e il Merlot di importazione, accanto ai bianchi locali Vermentino, Bosco e Pigato, il Trebbiano Toscano, lo Chardonnay e il Sauvignon. Altre varietà raccomandate e autorizzate in Liguria sono: a frutto rosso, Alicante, Barbera, Cabernet Franc, Canaiolo, Ciliegiolo; a frutto bianco, Albana, Greco, Malvasia Bianca, Moscato Bianco. Alcuni vitigni anche locali sussistono forse come curiosità ma sono quasi scomparsi dalla produzione (il Barbarossa, il Rollo). Rimangono invece, sia pure in piccole quantità, come interessanti varietà locali la Bianchetta Genovese, la Granaccia e la Pollera Nera. La Valle del Nervia e la Vallecrosia, all'estremo ponente, quasi al confine con la Francia, ossia i bacini del torrente Nervia e del torrente Crosia, rispettivamente da Pigna a Castelvittorio fino alla foce e da Baiardo, Apricale, Perinaldo fino a Vallecrosia Alta e più a est a Vallebona, sono la patria del vino Rossese di Dolceacqua, dal vitigno omonimo, considerato il più grande rosso della Liguria. Per questo vino è prevista in un apposito disciplinare la DOC Rossese di Dolceacqua o Dolceacqua. La Riviera di Ponente, zona inclusa in un di sciplinare della DOC Riviera Ligure di Ponente accompagnata dall'indicazione dei diversi vitigni (Pigato, Vermentino, Rossese), comprende le valli del Nervia e del Grosia e quindi la produzione di vino da uva Rossese che, alternativamente alla DOC già indicata, si può produrre e denominare anche come Riviera Ligure di Ponente Rossese con 1’eventuale sottodenominazione geografica Riviera dei Fiori. La zona, che si estende fino ai limiti della provincia di Genova (comprende i comuni di Cogoleto e Arenzano), corrisponde all'intera fascia costiera delle province di Imperia e Savona. Vi si producono altri vini Rossese, fra cui quello di Albenga. Di questa zona è tipico il vino Ormeasco la cui DOC e Riviera Ligure di Ponente Ormeasco e Ormeasco Sciac-tra. Le Cinque Terre, comprese fra le Punte del Mesco e di Montenero, in territorio della provincia della Spezia, sono una zona costiera rocciosa dove viticoltori caparbi e tenaci coltivano a vigna appezzamenti di terreno su scogliere a precipizio. I vitigni tipici locali Albarola, Bosco, Vermentino e altri meno conosciuti sono all'origine del più noto vino bianco della Liguria, il Cinque Terre, ora disciplinato anche come DOC, di cui è apprezzata anche la versione passita, ossia secondo la DOC Cinque Terre Sciacchetra dolce oppure quasi secco.