TOSCANA
Nella
campagna toscana il binomio vigna-uliveto si rivela un motivo conduttore;
il bosco occupa una parte rilevante così come le colture erbacee
annue, che detengono una percentuale preminente insieme agli allevamenti
zootecnici.
In questa regione dalla configurazione varia perrnangono
una decisa vocazione per l'attività contadina e un patriarcale attaccamento
alla terra di alcune antiche casate nobiliari come i Ricasoli, i Frescobaldi,
gli Antinori e di molte altre famiglie che hanno tuttora un ruolo preponderante
nella produzione vinicola regionale, di cui le cantine sociali rappresentano
una parte rilevante ma percentualmente inferiore. Il fatto che
molte aziende private siano state finanziate da capitali esteri, o comunque
esterni, spiega il rinnovamento e l'impulso produttivo degli ultimi decenni
e conferma il prestigio dell'immagine della Toscana nel mondo, insito nelle
città d'arte, nelle tenute storiche, nel ricordo dei vecchi fiaschi,
nel nome Chianti come in quelli, anch'essi trasferiti nei vini, di San
Gimignano, Montepulciano, Montalcino. Questo prestigio anziché appannarsi
si è trasformato con impianti sperimentali di nuovi vitigni, con
l'impiego delle barreques francesi, con l'estensione (forse eccessiva)
fuori dalla zona originale del "Classico" delle "terre del
Chianti" che corrispondono ormai a sette zone. Ma i terreni e gli
impianti più vocati rimangono ancorati alle rese moderate per cui,
rispetto all’estensione del suo vigneto, la Toscana produce relativamente
poco vino, non più di un 4 o 5% del prodotto nazionale, le dimensioni
aziendali mediograndi rimangono ottimali e i prodotti più tipici
restano saldi accanto ai "grandi dissidenti", vini d'alto prezzo
e di elaborato stile forestiero ai quali d'altronde nuovi disciplinari
faranno posto per un più chiaro inserimento nella scala di mercato.
La Toscana discende dalle montagne dell'Appennino tosco-emiliano verso
occidente, fino alle coste del mar Tirreno, con plaghe collinari varie
e con contrafforti montuosi che dai monti del Chianti, includendo il monte
Amiata, lungo il confine con l'Umbria e con il Lazio, giungono fino al
promontorio dell'Argentario; le appartengono inoltre alcune isole, fra
cui l'Elba. Per due terzi il territorio toscano si trova ad altitudini
variabili fra i 100 e i 500 m con climi ventilati, miti e piovosi d'inverno,
caldi e asciutti d'estate. Le colline centrali sono le più vocate
e ospitano i vigneti più diversi. A proposito di varietà,
la regione ha svolto un ruolo trainante nel rinnovamento varietale e nelle
selezioni clonali. Così per esempio il Sangiovese, cultivar tradizionale
a frutto nero, dominante, appare nelle svariate zone tipiche sotto forme
specifiche diverse e queste hanno quasi acquisito (o ritrovato) dignità
di varietà localmente storiche quali il Sangioveto del Chianti Classico,
il Brunello di Montalcino, il Prugnolo Gentile di Montepulciano. A scapito
di varietà antiche, meno caratteristiche o scarsamente produttive
come il Canaiolo Nero, il Colorino, il Ciliegiolo, si sono diffuse in Toscana
varietà forestiere di successo internazionale come il Cabernet Sauvignon
e il Merlot. Analogo discorso vale per le varietà a frutto bianco:
prevalente il Trebbiano Toscano, stabile la pregiata Malvasia del Chianti,
hanno ripreso spazi l'antica e inconfondibile Vernaccia di San Gimignano
e il Moscadello di Montalcino e sono stati introdotti per la produzione
di vini bianchi pregiati i forestieri in voga a partire dallo Chardonnay
seguito da Sauvignon Blanc, Pinot Blanc, Riesling e Traminer. I sistemi
d'allevamento più diffusi in Toscana sono quelli "a spalliera"
e quelli bassi a una sola canna tipici del Chianti. L'estremo settentrione
della regione comprende il territorio interno di pochi comuni i cui vini
rientrano nella DOC Colli di Luni (vedere Liguria). I Colli Apuani, tra
la costa e le Alpi Apuane hanno un clima condizionato e terreni ricchi
di minerali sui quali, nelle alture di Massa e di Carrara dove si trovano
le famose cave di marmo, allignano vigneti di Vermentino, Albarola, Trebbiano
e Malvasia da cui derivano i morbidi vini bianchi che possono portare la
DOC Candia dei Colli Apuani: una produzione limitata, difficilmente reperibile
fuori dalla zona circostante a quella d'origine. La Lucchesia, con colline
dal clima temperato e terreni sabbiosi, trae da classici vitigni toscani
vini rossi e bianchi leggeri ma sapidi (DOC Colline Lucchesi). La zona
di Montecarlo (da cui la DOC) con i bassi pendii esposti a sud e una plaga
circostante con clima più caldo e suoli più calcarei, produce
vini bianchi e rossi, più franchi, a volte raffinati e distinti
per l'aggiunta di varietà di uve particolari ai soliti Trebbiano
Toscano (bianchi) e Sangiovese (rossi). Le colline Pisane e Livornesi hanno
dimostrato la possibilità di ottenere vini eccellenti anche in plaghe
costiere dove impera la macchia mediterranea. Si tratta soprattutto dei
già citati vini ottenuti in tutto o in parte da vitigni forestieri,
alcuni dei quali importati e messi a dimora da parecchi decenni. Della
zona di Bolgheri e Castagneto Carducci sono ormai celebri: Sassicaia, Grattamacco,
Ornellaia. I vini DOCG e DOC sono: Chianti delle Colline Pisane; Bianco
Pisano di San Torpè a base di Trebbiano; Montescudaio Bianco e Rosso
e un raro Vin Santo; Bolgheri Bianco e Rosato; Val di Cornia Bianco, Rosso
e Rosato. L’isola d'Elba, la terza d'Italia in ordine di estensione, è
fin dall'antichità terra viticola: i suoli ricchi di minerali, specialmente
di ferro, e il clima insulare conferiscono nerbo e carattere ai suoi vini.
L'Elba DOC Bianco da uve Trebbiano Toscano viene anche in parte spumantizzato.
Il Rosso è ottenuto da un uvaggio a base di Sangiovese e Canaiolo
con aggiunta di uve bianche. L'Aleatico Rosso di Portoferraio è
poi un vino ormai piuttosto raro, ma assai caratteristico e opulento. Nell'arcipelago
toscano sono produttrici di vini localmente apprezzabili anche le isole
di Capraia e Pianosa. La Maremma Grossetana si esprime dal punto di vista
enologico verso l'interno: nella fascia collinare tra i fiumi Ombrone e
Albegna, attorno a Scansano, il vitigno Sangiovese - con l'eventuale rinforzo
di piccole percentuali d'altri vitigni - da il vino DOC Morellino di Scansano,
assai apprezzato per la sua gustosa struttura; sui terreni vulcanici che
dal lago di Bolsena si protendono verso Pitigliano i vigneti compositi
ospitano, oltre al prevalente Trebbiano Toscano, tutta una gamma di vitigni
a bacca bianca autoctoni e forestieri che rientrano in varia proporzione
nel vino DOC Bianco di Pitigliano (anche spumante); in parte
del territorio comunale di Orbetello, che comprende la località
di La Parrina su un poggio che domina l'Argentario, allignano vigneti sia
a frutto rosso sia a frutto bianco di varieta autoctone e forestiere da
cui si ricavano vini che possono allinearsi ai disciplinari della DOC Parrina.
I colli Fiorentini si possono identificare nei territori vallonati che
circondano il capoluogo toscano, parte dei quali già costituiva
nel 700 la prestigiosa zona enologica del Granducato di Toscana. Qui si
produce il Chianti Colli Fiorentini. Si incontrano condizioni pedoclimatiche
piuttosto distinte: le colline boscose e ripide a est. di Firenze lungo
l'uno superiore e il Sieve hanno un clima piuttosto rude; le ampie vallate
dell'Arno inferiore e dei suoi affluenti Elsa e Pesa sentono invece maggiormente
l'influsso del mare. Il settore occidentale ai piedi del monte Albano,
attorno a Carmignano, ha caratteristiche pedoclimatiche speciali, adatte
alla produzione di vini longevi e di razza. Fra questi il Carmignano (DOCG),
il Chianti Montalbano (DOC)' il Cannignano Rosato e il Vin Santo (DOC).
Più ancora a ponente e verso sud si trova la più vasta area
collinare dell'Empolese dove si produce fra l'altro il Bianco dell'Empolese
(DOC). A settentrione, già in provincia di Pistoia, la Val di Nievole,
dal fertile fondovalle dell'Arno alle propaggini appenniniche, da il nome
all'unica DOC locale Bianco della Val di Nievole. A oriente del capoluogo,
le pendici calcaree e sabbiose dei colli Fiorentini e della Rufina sono
adatte a conferire distinzione e longevità ai Chianti locali. Nei
pressi la nicchia di Pomino ha rossi e bianchi raffinati di storica memoria.
Il Valdarno Superiore fra il Pratomagno e i monti del Chianti, con clima
più freddo e terreni calcarei più pesanti, da vini più
aspri. San Gimignano, con le sue colline solatie costituite da terreni
leggeri, coltiva vigne di Vernaccia detta appunto di San Gimignano, da
cui il nome del celebre vino locale che fu il primo a ottenere la DOC e
ha oggi una DOCG. Questo bianco tradizionale è stato localmente
affiancato da altri vini bianchi non disciplinati, spesso assai validi,
ottenuti da vigneti di varietà come lo Chardonnay o da Vernacce
affinati in barraques francesi. Quanto ai rossi locali, oltre a quelli
classificabili come Chianti Colli Senesi, si segnalano dei vini da tavola
pregevoli da uve Sangiovese vinificate in purezza e da uve Cabernet. Chianti
e il nome di un vino o meglio di molti vini ricondotti sotto un disciplinare
la cui sottodenominazione Classico sta a precisare un comprensorio d'origine.
Chianti Classico è dunque anche un nome geografico. Tralasciando
le priorità storiche nell'uso del nome, si deve invece considerare
opportunamente che nemmeno i confini del Chianti Classico sono indiscussi.
Tanto vale rimandare a quelli descritti nei disciplinari, avvertendo che
i puristi considerano autentico un nucleo originale o "storico'' che
corrisponde alla zona di Radda, Gaiole e Castellina, in provincia di Siena.
La zona attualmente riconosciuta come Chianti Classico, situata alquanto
a sud di Firenze e un po' a settentrione di Siena, è attraversata
dalla SS 222 che congiunge Firenze a Siena e che e denominata ufficialmnente
Via Chiantigiana. Si tratta di un territorio collinoso dove i vigneti,
che arrivano fino a quote di 550 m, sono accuratamente sistemati, alternati
ai tipici edifici rurali, alle ville e ai castelli che fanno di questa
zona non solo una celebre patria di oli e vini d'eccezione ma anche una
sorta di "riserva storicoculturale". Ben più esteso è
il territorio in cui si producono vini col nome Chianti con specificazioni
aggiuntive diverse da Classico che sono Montalbano, Rufina, Colli Fiorentini,
Colli Senesi, Colli Aretini, Colline Pisane, di cui diamo di seguito un
breve cenno descrittivo delle rispettive aree geografiche. Colli Aretini
e Valdichiana sono zone un tempo dedite alla produzione di vini dolci o
di rossi contadini dove oggi i rossi da uvaggio classico possono portare
la DOCG Chianti Colli Aretini e dove, per tradizione emerge il vino Bianco
Vergine Valdichiana (anche DOC) a base di Trebbiano Toscano e Malvasia
del Chianti a volte leggermente amabile o frizzante. Colli Senesi e Val
d'Arbia sono zone più vaste che includono territori descritti a
parte per le loro prerogative. Il Chianti Colli Senesi (DOCG) prodotto
in gran parte della provincia di Siena include vini che provengono da San
Gimignano, Montalcino, Montepulciano. Egualmente i leggeri vini bianchi
Val d'Arbia (anche DOC) provengono in parte dalla zona del Chianti Classico,
e sono naturalmente diversi quando le uve sono prodotte in plaghe meno
vocate, come le "crete" a ovest di Siena. Montalcino occupa un
altopiano ondulato, fra le valli dell'Orcia e dell'Ombrone, che risente
già dell'influsso climatico del mar Tirreno distante una quarantina
di chilometri. Suolo e ubicazione costituiscono qui un habitat eccezionale
per la vite. Vi si distinguono diverse zone, da quelle alte intorno alla
cittadina (fino a oltre 500 m) a quelle sudoccidentali più calde,
dove il lodato vino rosso DOCG Brunello di Montalcino assume diverse sfumature
e strutture più o meno vigorose. Dalle stesse uve i produttori possono
ricavare il vino DOC Rosso di Montalcino, un'alternativa che consente una
selezione delle uve ma anche una volontaria destinazione di una parte dei
vini a un consumo più pronto, senza invecchiamento prolungato e
a prezzi più abbordabili. Caratteristico e il bianco, dolce vino
DOC Moscadello di Montalcino, da uve Moscato Bianco in prevalenza, che
riecheggia un antico prodotto da cloni autoctoni (anche frizzante e liquoroso).
A Montalcino si può anche produrre Chianti Colli Senesi. Alcune
grandissime aziende, con in testa Banfi, vi coltivano anche Cabernet, Chardonnay
e Sauvignon per vini nella scia della tendenza internazionale. Montepulciano
ha vigneti impiantati su colline aperte, dolcemente digradanti, esposte
a sud-est fra la città alta e la Valdichiana. Le uve locali sono
il citato Prugnolo Gentile, variazione locale del Sangiovese e poi il Canaiolo
Nero, il Mammolo oltre ai bianchi Trebbiano, Malvasia, Grechetto. I1 rosso
Vino Nobile di Montepulciano DOCG, altra perla enologica toscana sta cercando
una più precisa identità fra alcuni tipi diversi: tradizionale
da vecchie botti, innovativo da barreques con o senza aggiunta di uve bianche.
I1 Rosso di Montepulciano DOC e un'alternativa del tutto simile a quella
descritta per Montalcino. Anche a Montepulciano si può produrre
(ma lo si fa raramente) Chianti e si producono vini bianchi (Bianco Vergine)
e vini da tavola, alcuni dei quali da vitigni importati, a volte combinati
al Prugnolo Gentile in prodotti pregevoli e comunque apprezzati da un certo
mercato.