LA PRODUZIONE DI QUALITÀ
Si
è già evidenziato come le origini delle qualità
dei pregiati oli di oliva extravergini tipici italiani ed in particolare
dei loro molteplici attributi riguardanti gusto, aromi e fragranze dipendono
da fattori naturali: differenti aree vocate, condizioni climatiche, caratteristiche
dei suoli e numerose varietà di cultivar. La fama dell'olivicoltura
italiana nel mondo deriva anche da una radicata cultura volta costantemente
ad ottenere prodotti di eccellenza attraverso corretti metodi colturali
e di lavorazione ed alla applicazione sistematica delle più evolute
tecniche di lavorazione a quelle tradizionali. Il primo importante fattore
è dato dall'esigenza di una coltivazione accorta per la produzione
di frutti sani, esenti da danni provocati da parassiti (come la Dacus Oleae
o mosca). Assume poi grandissima importanza
la raccolta effettuata al giusto punto di maturazione che va messo in relazione
con le varietà, gli andamenti stagionali, le abitudini e le tradizioni,
con riferimento a certe caratteristiche del prodotto che si desidera ottenere.
Non sempre il massimo dell'inolizione ossia della presenza quantitativa
di olio formatosi nelle cellule del frutto coincide con il massimo della
ricchezza in sostanze aromatiche e pregevolmente sapide: l’equilibrio tra
qualità e quantità dell’olio prodotto è assai delicato.
Normalmente il momento ideale per la raccolta, che alle latitudini italiane
varia da ottobre a marzo e oltre, coincide con l'invaiatura superficiale
ossia con la fase in cui la buccia delle olive incomincia a deviare di
colore verso il rossastro
o il violaceo (secondo varietà) prima che la pigmentazione scura
penetri anche nella polpa.
Ci sono però larghe eccezioni consuetudinarie
alla regola, laddove per esempio, come in Liguria, la cultivar prevalente
sopporta bene la maturazione completa del frutto e la raccolta manuale
sarebbe ardua o impossibile data la posizione scoscesa degli uliveti e
si fa invece ricorso ad altri metodi di raccolta come per esempio la bacchiatura
su reti sospese. In genere da olive appena invaiate si hanno oli intensamente
aromatici, amarognoli, sapidi mentre da olive mature si hanno oli dolci,
fluidi, di gusto piuttosto neutro. Le olive raccolte devono essere trasportate
e conservate con particolari accorgimenti (per esempio in cassette di dimensioni
ridotte) per evitare schiacciamenti o rotture che provocherebbero facilmente
aggressioni fungine o muffe e fermentazioni indesiderabili. Egualmente,
la lavorazione deve avvenire il più presto possibile, meglio se
entro 24 ore; l'inosservanza di questa buona regola è all'origine
della maggior parte dei difetti principali degli oli: riscaldo, muffa,
rancido. Una buona regola di lavorazione
è quella di effettuare una iniziale mondatura dei frutti (lavatura
e defoliazione effettuata con apposite macchine). La frangitura o molitura
si effettua in vari modi: con le molazze tradizionali in pietra; con i
macinatori a martelli
rotanti, a rulli...; questa operazione deve essere eseguita con opportuni
accorgimenti per ottenere una buona rottura delle cellule evitando eccessive
emulsioni e conservando ai frammenti opportune dimensioni idonee al successivo
drenaggio della frazione liquida attraverso il residuo solido. L'operazione
successiva, indispensabile soprattutto dopo le frangiture a martelli o
simili, consiste nella gramolatura effettuata con macchine che rimestano
delicatamente la pasta per rompere le emulsioni e facilitare la coalescenza
delle goccioline più piccole di olio in gocce più grosse,
tali da poter essere facilmente separate dalla frazione solida e da quella
acquosa. L'estrazione vera e propria effettua appunto questa separazione.
L'estrazione classica per pressione si effettua distribuendo la pasta su
pannelli filtranti che vengono sovrapposti a colonna con apposite apparecchiature
e quindi sottoposti alla pressione di presse idrauliche. Il senso dell'espressione
"prima spremitura"
che oggi si usa come indice di qualità deriva dall'antica usanza
di ripetere almeno due volte gramolazione
e spremitura a pressione moderata. Attualmente le superpresse con pressione
fino a 400 e più atmosfere consentono di ottenere con una sola spremitura
l'estrazione di più del 95% dell'olio, da cui residuano quindi sanse
"esauste" ossia sufficientemente sfruttate. L'estrazione cosiddetta
a sistema continuo per centrifugazione è un altro metodo che si
va sempre più estendendo e affermando, in quanto esistono impianti
continui che possono lavorare ingenti quantità di olive per unità
di tempo rendendo il processo veloce ed economico e consentendo quindi
di ridurre i tempi di stoccaggio delle olive da lavorare.
Esistono attualmente vari tipi di impianti e
di macchinari, ma in genere il ciclo continuo esige una gramolazione abbastanza
prolungata con diluizione della pasta (per la quale è bene utilizzare
le acque di vegetazione delle precedenti estrazioni) prima dell'introduzione
nei separatori centrifughi o decanters che, sfruttando la pressione spinta
provocata da un corpo rotante, possono separare "tre fasi" della
pasta (ossia olio, acqua e residuo solido) oppure "due fasi"
(olio e sanse bagnate ossia residui solidi più acqua). Un altro
sistema di estrazione molto usato è quello perpercolazione che prevede
l'immissione della pasta in apparecchiature nelle quali pulsano delle lame
d'acciaio alle quali, per effetto della differenza di tensione superficiale
dei liquidi aderisce la fase oleosa e non quella acquosa, cosicché
l'olio può percolare ed essere raccolto. Questa lavorazione non
consente che un'estrazione parziale dell'olio dalla pasta che viene quindi
normalmente rigramolata, diluita e passata in un separatore centrifugo
per una successiva estrazione dell'olio residuo. Esistono poi altri metodi
di estrazione che sono però attualmente in disuso. L'ultima operazione
è la separazione dell'olio dalle acque di vegetazione che potrebbe
avvenire per affioramento spontaneo dato che l'olio è più
leggero dell'acqua ma che conviene effettuare più rapidamente con
macchine centrifughe: da un’estrazione per pressione si ottiene un mosto
costituito da tutte le parti liquide del frutto (olio e acqua di vegetazione)
mentre dagli altri consentendo quindi di ridurre i tempi di tipi di lavorazione
si ottengono oli più o meno già separati dalla fase acquosa,
che vanno comunque ulteriormente passati nei separatori per una perfetta
eliminazione dei residui acquosi.