COME
SI CUCINA LA PASTA
Cucinare la pasta sembra facile, ed è
facile, purché si osservino alcune regole semplici, ma determinanti.
Chi possiede esperienza potrà forse sorridere leggendo queste brevi
note, ma non si deve dimenticare che i libri di cucina vengono acquistati
anche da chi si cimenta per la prima volta davanti ai fornelli e ha bisogno
perciò di una guida che lo aiuti a raggiungere una pratica
sufficiente nel più breve tempo possibile, evitando gli errori più
comuni. Ecco dunque che cosa si deve fare per cucinare la pasta a regola
d'arte: Fonti di calore: non esiste differenza tra la piastra elettrica
e la fiamma diretta, purché la fonte di calore sia proporzionata
alla misura del recipiente. Non particolarmente adatti i forni a microonde,
pur preziosi per altri tipi di cottura. Recipienti: nessuna indicazione
specifica per i materiali, anche se l'acciaio inossidabile resta sempre
preferibile. La forma invece riveste una certa importanza: la più
adatta è quella stretta e alta. Il coperchio serve per accelerare
il riscaldamento dell'acqua, ma dopo aver aggiunto la pasta, si deve condurre
la cottura a recipiente scoperto. La capienza deve essere proporzionata
alla quantità della pasta, come vedremo tra poco. Per scolare la
pasta: ci si servirà preferibilmente di un colapasta di acciaio.
Ottimo e innovativo il recipiente speciale dotato di colapasta incorporato,
con cui ci si limita a estrarre la pasta già cotta, sollevando la
parte interna. Questo originale strumento rende semplice e sbrigativa l'operazione,
ed evita il rischio di scottature, non del tutto improbabili quando si
scola la pasta coi soliti slstemi. L'acqua: si calcoli un litro per ogni
100 g di pasta. Il sale: andrà bene quello grosso. Lo si aggiungerà
all'acqua dopo che avrà iniziato il bollore, appena prima di buttare
la pasta, nella dose di un cucchiaino da the colmo per ogni litro di acqua.
Si commette un errore sia salando l'acqua a freddo (il sale tarda a sciogliersi,
e corrode il fondo del recipiente, mentre il raggiungimento dell'ebollizione
è più lento), sia aggiungendo il sale dopo aver buttato la
pasta. Le dosi: la dose classica è di 100 g per persona quando la
si cucina asciutta. La tendenza attuale è tuttavia quella di ridurne
leggermente la quantità (80-90 g). Per la pasta in brodo si calcolino
indicativamente 50 g per persona, mentre si passerà a 40 g nelle
minestre con verdura. Per le paste ripiene non si bada al peso, ma al numero.
La cottura: la pasta non deve essere cotta in anticipo, ma solo al momento
del consumo. Verrà calata nell'acqua o nel brodo quando è
stato raggiunto il bollore completo, mescolando subito dopo, e mescolando
di nuovo un paio di volte durante la cottura. Per mantenere la pasta ben
separata, specialmente nei formati grandi, si potrà unire un cucchiaio
di olio. La cottura avrà durata diversa in base al formato della
pasta, ma soprattutto in base al suo spessore. Di solito i tempi sono indicati
sulla confezione: si va da circa 10 minuti per spaghetti e paste piccole,
ai 15-20 minuti per i formati più grossi. I1 sistema migliore resta
però sempre quello dell'assaggio: spezzando la pasta, si dovrà
notare al suo interno un punto biancastro, là dove la cottura non
è ancora completa: quello è il momento esatto di scolare
la pasta, tenendo conto che durante le operazioni successive ha luogo un
proseguimento di autocottura, il che consentirà di portare in tavola
una pasta cotta "al dente", che è senz'altro più
digeribile di quella troppo cotta, e che è la migliore possibile
sia dal punto di vista estetico che da quello gastronomico. Assolutamente
vietato "fermare" la cottura, come qualcuno fa, versando acqua
fredda nel recipiente prima di scolare la pasta, così come non si
deve passare la pasta sotto l'acqua corrente quando si intende utilizzarla
fredda, nelle insalate. In questo caso basterà scolarla un paio
di minuti prima che la cottura sia terminata, provvedendo poi a condirla
subito, per lasciarla quindi raffreddare a temperatura ambiente. Se alla
pasta si devono aggiungere verdure crude o ingredienti che non sopportano
il calore, la si condirà semplicemente con olio o con burro, in
base alla ricetta, unendo gli altri ingredienti quando si sarà ormai
raffreddata. La pasta da servire fredda non deve essere posta nel frigorifero.
Gli avanzi: la pasta avanzata, se in quantità adeguata, potrà
essere riproposta "al salto", cioè passata in padella
con aggiunta di altro condimento, e lasciata leggermente abbrustolire,
ma non seccare. Si tratta comunque di un'operazione da riservare esclusivamente
a uso familiare. Diversamente la pasta avanzata, anche se condita, potrà
essere adoperata per confezionare una frittata, aggiungendo un uovo per
ogni 100 g di pasta cotta.