I
VALORI NUTRIZIONALI DELLA PASTA
Tenendo conto che 100 g di pasta forniscono 360 calorie,
alle quali vanno aggiunte quelle prodotte dal condimento con cui la pasta
si accompagna, si dovrebbe concludere che si tratta di un alimento ingrassante.
L'affermazione è tuttavia superficiale, in quanto
tutto dipende dalla quantità. Quando il valore calorico di un alimento
è alto, del resto, ad esso corrisponde di solito la capacità
di saziare rapidamente, il che comporta una diminuzione dell'appetito,
e quindi una riduzione delle dosi ingerite. Si ricordi tra l'altro che
la pasta, insieme con il pane, è la base della "dieta mediterranea",
considerata dopo attenti studi compiuti da scienziati statunitensi come
la migliore possibile per l'uomo moderno, il quale negli ultimi tempi ha
dato spazio eccessivo a prodotti di origine animale e a cibi sottoposti
a eccessiva raffinazione, trascurando i cereali, indispensabili invece
per mantenere l'organismo nelle migliori condizioni di salute. Nella scelta
degli alimenti si dovrebbe tener conto innanzi tutto dei loro contenuti,
ricordando che il nutrimento migliore è quello equilibrato nei suoi
componenti: 12-15% di proteine, suddivise tra animali e vegetali, 20-25%
di lipidi, 60-70% di idrati di carbonio, indispensabili a tutte le cellule
dell'organismo per il regolare svolgersi dei processi vitali, e fonti di
energia per il lavoro dei muscoli. Un piatto di pasta, quindi, in cui gli
idrati di carbonio sono pari a circa tre quarti del suo peso, deve essere
considerato, come
già nel passato, un componente indispensabile in una corretta alimentazione.
Da quando si è proceduto a una rivalutazione della pasta, si sono
intensificati gli studi su questo alimento; si è così concluso
che possiede tra l'altro il potere di abbassare il tasso di colesterolo
nel sangue, e di favorire il funzionamento regolare della tiroide. Si ricordi
che la pasta contiene inoltre percentuali ottimali di fosforo e ferro,
ancora maggiori nel tipo all'uovo, una minima quantità di grassi
e un buon 11,30% di proteine vegetali. È vero che le proteine della
pasta non possono reggere il confronto con quelle dei prodotti di origine
animale; tuttavia gli aminoacidi in esse presenti non sono certo trascurabili.
Se poi la pasta viene abbinata con legumi, come suggeriscono numerose ricette
regionali di antica tradizione, ha luogo una compensazione tra i due diversi
tipi di proteine vegetali, le cui qualità nutritive si esaltano,
raggiungendo valori simili a quelli delle proteine animali, a un costo
però assai più basso. Lo avevano istintivamente intuito i
nostri vecchi, che avevano soprannominato fagioli, piselli e lenticchie
"la carne dei poveri", e che cucinandoli insieme con la pasta
ottenevano un "piatto unico" ben equilibrato, di grande bontà
e di costo ridotto. La pasta offre anche il grande vantaggio di poter essere
abbinata con vari tipi di sugo: i golosi di pasta dunque, che desiderano
utilizzarla come piatto unico, potranno scegliere condimenti adeguati che
apportino proteine animali, grassi vitamine sufficienti (le vitamine della
pasta si distruggono infatti parzialmente con la cottura). Del resto mangiare
con piacere un cibo gradito, scelto con giudizio, è la condizione
prima per una buona digestione e quindi per il mantenimento della salute.
Recentemente la pasta ha riconquistato un ruolo importante anche nella
dieta degli sportivi, per il suo alto valore energetico di utilizzo prolungato
nel tempo, per la digeribilità relativamente rapida, quando è
condita in modo appropriato, e per l'assenza di residui tossici.