SALUMI COTTI A PEZZI INTERI
IL PROSCIUTTO COTTO
Con il nome prosciutto cotto si va ad individuare una tipologia
di prodotti abbastanza composita per quello che è la preparazione
della materia prima. cioè i muscoli della coscia suina, e la composizione
della salamoia (cioè l'aromatizzazione della materia prima). I prosciutti
cotti di qualità stanno sempre più acquisendo quote importanti
di mercato grazie alle caratteristiche
uniche della materia prima nazionale. La tecnologia di produzione è
stata ed è tuttora oggetto di numerose ricerche che hanno determinato
notevoli modifiche nelle linee di lavorazione, passando da impianti e tecnologie
di tipo prettamente artigianale ad impianti totalmente industrializzati
e sempre più perfezionati. La qualità dei prosciutti cotti
è legata a diversi fattori: materia prima, composizione della salamoia,
tecnologia di lavorazione, temperatura, tempi e modalità di cottura.
Da un punto di vista generale e commerciale si possono distinguere due
principali tipologie di prodotti: prosciutti cotti con aggiunta di polifosfati
e prosciutti cotti senza aggiunta di polifosfati
All'interno di ogni tipologia si possono poi ulteriormente distinguere
prosciutti con cotenna e grasso (tipica dei senza polifosfati), prosciutti
sgrassati, prosciutti ricostruiti (tipica di quelli con polifosfati). Tali
suddivisioni sono strettamente legate alla scelta della materia prima e
della tecnologia di lavorazione e confezionamento.
MATERIA PRIMA Le cosce di suino "pesante"
con attitudine alla produzione dei crudi tipici, sono le uniche ad avere
le caratteristiche per essere trasformate in cotti senza polifosfati di
altissima qualità, apprezzati da fasce di consumatori particolarmente
esigenti. In generale però i prosciutti con carni che presentano
buone caratteristiche qualitative sono idonei alla produzione di cotti
con grasso e cotenna e senza polifosfati, di buona qualità. I prosciutti
sgrassati o ricostruiti (formati da singoli muscoli della coscia ricompattati
in torma unica), generalmente addizionati con polifosfati per contenerne
la perdita di acqua durante la cottura, derivano da carni di suini più
giovani, quindi meno mature. Alle diverse tipologie della materia prima
andrà perciò applicato il più adatto trattamento tecnologico,
con l'obiettivo di ottenere prodotti qualitativamente diversi, anche ed
ovviamente, in termini di prezzo al consumo.
italy italia
TECNICA DI PRODUZIONE
I prosciutti giungono allo stabilimento refrigerati oppure congelati.
Il primo passaggio è il disosso, che può essere effettuato
manualmente o per mezzo di una macchina disossatrice: il disosso manuale
richiede tempi di lavorazione più lunghi ed è utilizzato
soprattutto nei prodotti di qualità alta o medio-alta per i quali
è richiesta una presentazione il più possibile curata. Terminato
il disosso i prosciutti in polpa sono raccolti in contenitori e pesati
per dosare la successiva iniezione di salamoia tramite siringatrice. I1
funzionamento della siringatrice multiaghi si basa sull'utilizzo di una
testata composta da un numero variabile di aghi (generalmente da 50 a 100,
o più) posti a distanza ravvicinata tra di loro: i prosciutti vengono
convogliati sotto la testata e attraversati dagli aghi della siringatrice
che prowedono alla inoculazione della salamoia. La salamoia è il
veicolo di introduzione ne] prosciutto del sale, degli aromi e degli altri
condimenti utilizzati nella tecnologia di produzione. La sua composizione
varia in funzione della tipologia di produzione. Terminata la siringatura
i prosciutti sono convogliati nelle zangole. Si può definire la
"zangolatura" come un massaggio delle carni. L'esito della zangolatura
è la formazione di un liquido cremoso formato dalle proteine salino
solubili e da una porzione di acqua della salamoia che ricopre i pezzi
di carne e ne favorisce - durante la fase di cottura - la coesione. Dalle
zangole i prosciutti sono portati al punto di "stampaggio", cioè
all'operazione di immissione manuale dei prosciutti negli stampi di cottura.
I1 prosciutto viene quindi sottoposto ad una energica "pressatura"
con lo scopo di f`are aderire tra di loro le diverse parti componenti,
adattandole nel contempo il più possibile alla forma dello stampo.
Successivamente si passa alla "cottura", che ha lo scopo di:
- coagulare le proteine estratte durante la zangolatura permettendo la
coesione dei diversi pezzi tra di loro - instaurare le qualità sensoriali
desiderate (colore, sapore, consistenza) e fare assumere al prosciutto
in modo stabile la forma dello stampo in cui era stato immesso - garantire
la conservabilità del prodotto. La cottura avviene in forni che
possono essere ad acqua, a doccia, a vapore statico (barbottage) o a vapore
fatto circolare mediante ventilazione forzata (forni ad aria). In detti
forni la temperatura raggiunge i 75°C ed il tempo di cottura è
pari ad 1 ora - 1 ora e 15' per ogni kg di prodotto, ossia 9-12 ore per
prosciutti di 8 -10 kg. Terminata la cottura i prosciutti sono immediatamente
ripressati, e sostano a raffreddare a temperatura ambiente prima della
immissione nelle celle di raffreddamento (0°C per 24 ore). I prosciutti
raffreddati vengono sottoposti a una operazione di rifilatura e tolettatura,
vengono avviati al confezionamento sotto vuoto e alla pastorizzazione.
SALUMI INSACCATI COTTI
LA MORTADELLA
Tra i diversi prodotti cotti a pasta fine, la mortadella è
quella che possiede i più ampi requisiti di tradizione. La tecnica
di preparazione che prevede l'uso del tritacarne anziché del "cutter"
(sminuzzatrice) la differenzia dagli analoghi prodotti reperibili negli
altri paesi europei ed extra europei. I1 lavoro meccanico del tritacarne
e dell'impastatrice è più delicato rispetto a quello del
cuttcr, e pertanto non causa la formazione di un'emulsione di carne che
trattiene acqua aggiunta e/o grasso in amalgama omogeneo;
per questa ragione nella mortadella non viene aggiunta acqua e il grasso
viene incorporato sotto forma di cubetti: l'impasto è perciò
concentrato, e relativamente magro. Ci troviamo di fronte ad un prodotto
che presenta aspetti simili sia alle emulsioni di carne che ai salami cotti,
il che contribuisce a rafforzarne la particolarità. Nella composizione
della mortadella possono entrare diverse carni (fa eccezione la mortadella
Bologna, per la quale si possono usare materie prime esclusivamente di
origine suina per l'ottenimento della massima qualità) per cui la
formulazione può variare entro limiti abbastanza ampi. Le caratteristiche
dei tagli che più frequentemente entrano a far parte di formulazioni
per mortadella sono le seguenti: - Spalla suina: la percentuale di incorporazione
nell'impasto è massima nelle mortadelle di qualità superiore
per ridursi progressivamente con la diminuzione della qualità stessa.
- Triti di suino: sotto questa denominazione sono commercializzate carni
derivanti dalla lavorazione dei tagli principali ricavati dalla sezionatura
delle mezzene (prosciutto, lombo, coppa, ecc.). - Grasso cubettato: per
la produzione di "lardelli" è oggi utilizzato principalmente
il grasso di gola, il più duro tra i grassi e quindi più
pregiato, che permette la chiara divisione tra grasso e magro visibile
nella fetta.
PREPARAZIONE DALLA MORTADELLA
La preparazione della mortadella consta nelle seguenti fasi essenziali.
Triturazione: la linea del magro è caratterizzata dalla progressiva
riduzione della materia prima, dai tagli interi di carne a una purea cremosa
ottenuta con il passaggio nella macchina spezzatrice nel premiscelatore
ed in due tritacarne assai tini. Preparazione dei lardelli: il grasso di
gola viene tagliato nella tipica forma di cubetto e sottoposto ad accurato
lavaggio a caldo, dopo di che si procede ad unirlo alla componente magra.
impasto: dopo un tempo di impastatura variabile dai 5 ai 15 minuti 1'impasto
viene portato all'insaccatura. Per tale operazione sono utilizzati involucri
naturali e artificiali. Diversissimi sono i calibri e i pesi delle mortadelle
insaccate: pezzature da 500 gr a 80-100 kg sono facilmente reperibili sul
mercato. Cottura: dopo l'insacco le mortadelle sono portate all'interno
delle stufe di cottura. La cottura è una fase molto delicata del
processo di trasformazione, che è assolutamente necessario ottimizzare
in funzione della formulazione, del tipo di stufa, del carico e del calibro
delle mortadelle. Le stufe sono normalmente in muratura ed il mezzo riscaldante
è l'aria che è portata alla temperatura voluta (massimo 85°C)
per contatto indiretto con il vapore. Una cottura mal condotta può
avere influenze negative sul colore, in particolare sulla presentazione
esterna del prodotto (presenza di bruciature, colore non tipico) e causare
la parziale fusione dei lardelli. Dopo la cottura la mortadella è
sottoposta a docciatura con acqua fredda e immediatamente portata in cella
di raffreddamento per essere raffreddata nel più breve tempo possibile
fino ad una temperatura interna di 10°C che "stabilizza"
il prodotto
LO ZAMPONE E IL COTECHINO
Lo zampone è un classico insaccato italiano di puro suino
costituito da un involucro, la pelle dell'arto anteriore dell'animale,
da cui deriva appunto il termine zampone, nel quale è contenuto
un impasto di carne magra generalmente ricca di tessuto connettivo. Quando
il medesimo impasto è inserito invece in budello abbiamo il cotechino.
Entrambi i prodotti possono essere commercializzati allo stato crudo o
precotti sterilizzati. Poiché il consumo di zampone è generalmente
concentrato nei mesi più freddi, con punte elevate nel periodo delle
festività natalizie, la concentrazione della produzione in periodi
ristretti, richiesta dai prodotti crudi, comporta seri problemi di ordine
organizzativo e gestionale all'interno dello stabilimento, per cui ci si
è orientati verso un prodotto sterilizzato che garantisce perfetta
conservabilità e permette fasi di produzione diluite su un più
ampio arco temporale. D'altra parte la cottura dello zampone fresco tradizionale
è molto lunga e delicata, se non viene effettuata correttamente
può portare alla rottura dell'involucro e ad un deciso peggioramento
delle qualità organolettiche. Oggi si può affermare che gli
zamponi precotti sterilizzati rappresentano la quasi totalità delle
vendite per cui nel prosieguo della trattazione ci si riferirà esclusivamente
ad essi. La preparazione dello zampone consta delle seguenti fasi:
- preparazione dell'involucro: esso è costituito dalla pelle
degli arti anteriori. La quale, dopo isolamento a caldo dalle spalle, viene
rifilata leggermente (2-3 centimetri), per avere una larghezza dell'involucro
pronto per l’uso di 30-35 centimetri, cui corrisponde un peso del prodotto
finito di kg. 1
- macinatura dell'impasto: avviene con il successivo passaggio delle
materie prime attraverso il tritacarne. montato con uno stampo a fori di
6-7 millimetri. La cotenna deve essere tritata a parte con uno stampo a
fori più piccoli, in genere 4-5 millimetri. La cotenna e le altre
materie prime sono poste poi nell'impastatrice dove sono addizionate di
sale e spezie.
- Insacco: l'impasto è insaccato nell'involucro tramite un operazione
che avviene sottovuoto. Nel caso dello zampone si tratta di una operazione
estremamente importante e delicata da cui dipende in larga misura la presentazione
del prodotto finito. Terminato l'insacco, le pelli sono sottoposte ad una
fiammatura superficiale per eliminare le eventuali setole residue ed infine
vengono forate con appositi punteruoli, per favorire ]a fuoriuscita di
grasso e gelatina liberati nei successivi trattamenti termici di precottura,
imbustamento e sterilizzazione. Quest’ultima è la fase cruciale
mediante la quale si sottopone il prodotto ad un trattamento termico tale
da renderlo conservabile per periodi superiori ad un anno, anche a temperatura
ambiente.
IL WURSTEL
Wurstel è il diminutivo di Wurt, che in lingua tedesca
significa "salsiccia" ed è quindi una specialità
di origine nordica che l'industria
italiana ha adottato soltanto di recente fatta eccezione per l'Alto Adige
dove i wurstel sono sempre stati di casa. Attualmente i salumifici italiani
fabbricano dei wurstel che rispondono perfettamente al gusto nazionale
in fatto di salumi e che sono richiesti anche all'estero. La fiducia che
il consumatore sta dimostrando verso i prodotti italiani sta accrescendo
le quote di mercato di prodotti a matrice più tradizionale - ricurvi
e in budello - destinati agli intenditori e che sono in grado di competere
pienamente con i prodotti di importazione provenienti dai paesi dell'area
germanica. I1 wurstel "italiano" è realizzato prevalentemente
di sola carne suina - sinonimo di pregio elevato - ma può essere
fatto anche con carni bovine e avicole, in ogni caso però addizionate
con la necessaria componente grassa (ricordiamo comunque che il grasso
- sempre di origine suina - ha il ruolo determinante nel conferire le caratteristiche
organolettiche al prodotto, il quale deve mantenere la tipica morbidezza
anche dopo la cottura alla griglia).