IIREGIONE SICILIANA
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REGIONE SICILIANA
LE SEZIONI OPERATIVE SOAT

Le Sezioni Operative di Assistenza Tecnica sono strutture periferiche dell'Assessorato Regionale dell'Agricoltura e Foreste, costituite con lo scopo di svolgere attività e servizi...

L'ulivo nella valle del Belice
La storia di Sciacca
I prodotti tipici del lago Arancio

REGIONE SICILIANA
AMBIENTE FISICO E NATURALE

L'ambito territoriale del Progetto Lago Arancio si colloca
in provincia di Agrigento comprendendo la fascia costiera
con i comuni di Sciacca e Menfi...


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LE SEZIONI OPERATIVE - SOAT
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Le Sezioni Operative di Assistenza Tecnica sono strutture periferiche dell'Assessorato Regionale dell'Agricoltura e Foreste, costituite con lo scopo di svolgere le attività ed i servizi di seguito illustrati:
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Attività Dimostrativa:
consiste nel trasferire le acquisizioni della ricerca e della sperimentazione in campo agricolo, attraverso la realizzazione di campi dimostrativi sui principali comparti produttivi.
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Attività Informativa e Divulgativa:
riguarda la diffusione delle innovazioni colturali, tecnologiche ed organizzativi ottenuta attraverso iniziative quali convegni, incontri-dibattito, tavole rotonde, giornate di campagna, gite d'istruzione, pubblicazione opuscoli, realizzazione video etc.. su argomenti di interesse agrario;
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Attività Formativa:
indirizzata agli operatori agricoli, ha il fine di elevare il livello professionale attraverso l'organizzazione di corsi di qualificazione, nonché corsi di abilitazione all'acquisto ed uso dei prodotti fitosanitari molto tossici e tossici;
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Attività Promozionale:
comprende le iniziative riguardanti la produzione, la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti, attuate mediante l'organizzazione di mostre, fiere, mercati e sagre unicamente ad Enti ed organismi locali ed in collaborazione con l'Unità di Marketing Agroalimentare dell'Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste.
Altre attività riguardano l’Agriturismo e l'Educazione Agroalimentare ed ambientale.
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Attività Rilevatrice:
riguarda i dati agrometeorologici ed il monitoraggio delle fitopatie e parassiti animali delle principali colture, nonché le rilevazioni effettuate per conto dell'ISTAT e la Contabilità RICA (Rete di Inform. Contabile Agricola).
Per lo svolgimento delle suddette attività le SOAT si avvolgono di consulenze tecnico scientifiche e della collaborazione di enti ed associazioni locali
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L'ULIVO NELLA VALLE DEL BELICE
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L'ulivo, tipica coltura del bacino del mediterraneo, trova in Sicilia la sua terra di elezione e soprattutto nella Valle del Belice esistono le condizioni sociali, culturali e vocazionali, per fare dell'olivicoltura del trapanese una delle più qualificate, non solo a livello regionale, ma anche a livello comunitario.
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L'olivicoltura della Valle del Belice è rappresentata dalla "Nocellara del Belice", che da sola copre il 90% del panorama varietale della zona. Questa tipologia olivicola di così grande estensione (14.000 ettari circa), costituisce un raro esempio di alta specializzazione. L'area comprende i territori di Castelvetrano, Campobello di Mazara, Partanna, Santa Ninfa, e parte dei territori di Mazara del Vallo, Salaparuta e Poggioreale.
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Risulta inserita in un contesto storico ed ambientale unico nel suo genere, rappresentato dalla leggendaria "Selinunte" con i suoi templi, dalle "Cave di Cusa", luogo di suggestiva atmosfera, dalla "Riserva Naturale sul Fiume Belice", e la "Diga Trinità".
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La cultivar "Nocellara del Belice" è una varietà a duplice attitudine, utilizzata sia come oliva verde da mensa che come oliva da olio. Viene raccolta precocemente (ottobre - novembre), prima dell'invaiatura, presenta pezzatura grossa (5-7 grammi) e polpa molto consistente che rappresenta mediamente l'86% dell'intera drupa. La resa in olio si aggira intorno al 19%, di ottima qualità sia dal punto di vista chimico fisico (bassi valori di acidità, numero di perossidi e spettrofotometria, elevata quantità di polifenoli) che organolettico-sensoriale (fruttato intenso, intensità di piccante medio grande).

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STORIA DI SCIACCA
Tra le città famose della Sicilia, Sciacca ha una storia ricca ed importante. La sua antichità, con tante mutazioni di governo nelle varie epoche, il suo popolo e il suo agro, i fatti memorabili di cui è stata teatro, le molte istituzioni pubbliche di beneficenza e di culto che vi furono, e che vi sono, offrono un contributo di memorie storiche, da interessare non solo i suoi abitanti ma anche i forestieri.
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Secondo gli storici (Licata, Ciaccio, Savasta, Scaturro), i primi ad imporvi il nome furono i greci ed i cartaginesi, i quali dalle sorgenti delle acque calde per uso termale, la denominarono Terma. Indi fu detta Xacca e poi dagli Arabi Saqqah o Sacca, nomi entrambi corrispondenti all'antica Terma, cioè acque calde e bagni. Ed infine, dalla diversità di pronunzia, ne venne il latino Sacca ed il volgare Sciacca, che è l'attuale nome.
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Le origini di Sciacca sono antichissime, e per mancanza di reperti e documenti è difficile stabilire una precisa data di fondazione. Le recenti scoperte di numerose tombe, utensili in pietra, ciottoli lavorati, testimoniano la presenza dell'uomo già nel periodo paleolitico inferiore. Con la fondazione di Selinunte acquistò importanza dal punto di vista terapeutico per l'utilizzo delle acque termali e le stufe vaporose del monte Kronio. Dopo la distruzione di Selinunte da parte dei cartaginesi nel 409 a.C., molti degli scampati si rifugiarono ad Agrigento ed in maggior numero a Sciacca, accrescendone la popolazione e dando un nuovo impulso a molte attività produttive. Il dominio cartaginese è attestato dalla scoperta di un centro punico fortificato del IV e III sec. a.C. situato sulla sommità e sulle pendici orientali della Rocca Nadore. Dopo la prima guerra punica (264-241 a.C.) l'importanza del centro aumentò sotto i romani che lo chiamarono Therme Selinuntinae: dal suo porto partivano navi per riforniree l'impero di grano siciliano. Intorno al 340 d.C. al tempo degli imperatori Costante e Costanzo, diventò sede della più importante stazione postale della Sicilia, denominata Acquae Labados. Sciacca, data la posizione sul mare, subì le incursioni e devastazioni barbariche.
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Alla caduta dell'Impero fece seguito un periodo di decadenza con il dominio bizantino, che durò tre secoli, durante il quale è certa nel territorio la presenza di monaci eremiti fra cui San Calogero che, dopo aver introdotto il cristianesimo in vari paesi dell'isola, si fermò a Sciacca dove visse da eremita in una grotta ancora oggi venerata presso le stufe vaporose del monte Kronio, chiamato anche San Calogero. La città assunse importanza commerciale durante il lungo periodo della dominazione araba 827-1087, a cui seguì quella normanna. Nel 1101 il conte Ruggero la donò alla figlia Giulietta in occasione delle nozze. In questo periodo iniziò per Sciacca un'era di splendore, con la costruzione di chiese, palazzi e delle prime cerchie di mura. Dopo la morte di Giulietta e dei figli, Sciacca ritornò al Demanio Regio, cioè alla Corona.

La popolazione era composta da Greci, Arabi, Normanni, Ebrei. Seguì un periodo Svevo (1 189-1269) durante il quale Federico Il nel 1246 concesse a tutte le città demaniali la rappresentanza politica nei parlamenti. Nei primi del 1270 passò sotto il dominio angioino. Durante la guerra successiva ai vespri, Sciacca, guidata da Federico Incisa resistette all'assedio degli Angioini, costringendo l'armata già decimata di Carlo di Valois a ritirarsi. Il 31 agosto 1302 fu firmata la pace detta di Caltabellotta. Dieci anni dopo riprese la guerra tra Napoli e la Sicilia che durò 60 anni. Nel 1316 Sciacca subì l'assedio degli Angioini che tuttavia, dopo numerose incursioni fuori delle mura della città, furono costretti ad abbandonare l’impresa. A quel periodo risale l'ampliamento della cerchia muraria, voluto da Federico Il d'Aragona, comprendendo anche i borghi di Rabato, della Cadda, e di Mezzo.
Morto Federico III, gli successe la figlia Maria che divise l'Isola in quattro territori, affidandoli a quattro vicari. Sciacca divenne capitale di uno di questi territori ed ebbe come vicario Guglielmo Peralta (1377) che si schierò con i baroni ribelli contro il re Martino, quando questi, con la moglie Maria, cominciò a spadroneggiare in Sicilia. A Guglielmo Peralta, successe Nicolò che mori nell'ottobre del 1399. Re Martino, nell'intento di assicurarsi l'appoggio della "casa Peralta, che era di altissima condizione e possedeva gran parte del regno", diede in sposa a Don Artale Luna, suo zio, la secondogenita di Nicolò: Margherita. Iniziò così quello che è noto come il "caso di Sciacca" nel quale furono coinvolte, in una lunga lotta che si trascinò per oltre un secolo, le due più importanti famiglie del luogo: i Luna, di origine catalana ed i Perollo, di discendenza normanna. Tale "faida" ebbe il suo tragico epilogo nel 1529 con l'uccisione dì Giacomo Perollo e di alcuni suoi fedeli da parte di Sigismondo Luna. Nel 1734 fu la volta della dominazione borbonica, e fino ai giorni nostri la storia di Sciacca coincide ad eccezione di qualche interessante episodio, con quella della Sicilia. Nel 1860 Garibaldi aveva programmato lo sbarco dei mille a Sciacca, ma la presenza delle flotte borboniche che incrociava nelle sue coste lo indusse a sbarcare a Marsala. Quando, dopo la proclamazione del regno d'Italia, i siciliani ebbero la sensazione di essere passati dalla dominazione borbonica a quella piemontese, anche Sciacca visse un periodo di risveglio politico, grazie al quale ebbe un degno rappresentante al Parlamento: l'ex Mazziniano Saverio Friscia.
Nel 1875 si scoprì nelle acque di Sciacca un ricchissimo banco di Corallo che diede un nuovo impulso all'economia saccense. Esauritisi i banchi di corallo, nel 1881. iniziò un periodo di crisi economica che continuò per tutto il periodo fascista. Negli anni '60 anche a Sciacca si cominciano a sentire i benefici del boom economico. In questi anni furono avviate numerose attività commerciali e industriali. Nel 1968 una serie di scosse telluriche ha interessato tutta la valle del Belice, danneggiando anche parte del patrimonio monumentale di Sciacca. Gli anni '70 hanno segnato l'inizio di un rilancio dell'attività turistico alberghiera e delle infrastrutture balneari.

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PRODOTTI TIPICI DEL LAGO ARANCIO
I vini DOC

Il Menfí bianco
- Il vitigno base è l'Inzolia, possono concorrere altresì, il Grecanico lo Chardonnay, il Catarratto lucido. Colore giallo paglierino scarico, profumo delicato e persistente.
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Il Menfi rosso
- Con menzione obbligatoria della sottozona Bonera. Vitigno base: Nero d'Avola; possono concorrere Sangiovese, Cabemet Sauvignon, Frappato di Vittoria. E' prevista la menzione Riserva, invecchiato in barriques. Colore rosso rubino, profumo speziato, sapore asciutto leggermente tannico e fruttato.
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Il Santa Margherita di Belice bianco
Prodotto da uve Inzolia, Grecanico e Catarratto bianco lucido , profumo delicato, fruttato caratteristico, sapore secco armonico, vivace fresco. Il Santa Margherita di Belice rosso Prodotto da uve Nero d'Avola, Sangiovese e Cabernet Sauvignon. Colore rosso rubino, profumo vinoso caratteristico e sapore asciutto.
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Il Sambuca di Sicilia bianco
Ottenuto in massima parte da Inzolia oltre che da Catarratto bianco lucido e uve Chardonnay. Odore delicato fine caratteristico; sapore asciutto delicato fresco, oppure con vitigno (Chardonnay) pieno, secco, armonico.
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Il Sambuca di Sicilia rosso
Ottenuto dalle uve di Nero d'Avola in massima parte e da Nerello Mascalese, Sauvignon per la restante. Colore rosso rubino, profumo caratteristico intenso, sapore asciutto, corposo vellutato.
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E' prevista l'istituzione della D.O.C. Sciacca riservata ai vini bianchi e rossi ottenuti utilizzando rispettivamente i seguenti vitigni:
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Inzolia, Grecanico, Chardonnay, Catarratto lucido fino al 70% per i bianchi e Nero d'Avola, Cabemet Sauvignon, Merlot, Sangiovese fino al 70 % per i rossi. Inoltre, è in corso d'approvazione anche la D.O.C. "Sciacca Riserva" sottozona Ragana o Rayonara, riservata ai vini bianchi ottenuti dai vitigni ricadenti nella zona specifica.

I Vini I.G.T.
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Fra i vini a indicazione geografica tipica troviamo "Sciacca" riservata ai seguenti vini: bianchi, anche nella tipologia frizzante; rossi, anche nella tipologia frizzante e novello; rosati, anche nella tipologia frizzante. Devono essere ottenuti da uve provenienti da vigneti composti, nell'ambito aziendale, da uno o più vitigni "raccomandati" e/o "autorizzati" per la provincia di Agrigento, a bacca di colore corrispondente.
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L’Olio extravergine di oliva
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La coltivazione dell'olivo è maggiormente concentrata
nei territori di Caltabellotta, Menfi, Sambuca di Sicilia e Sciacca. Le principali varietà coltivate sono: Biancolilla, Cerasuola, Nocellara del Belice che conferiscono al prodotto elevate caratteristiche organolettiche quali fruttato, sapore dolce con sentore di carciofo, fluidità medio alta, buona persistenza.
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La Vastedda della Valle del Belice
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E' un formaggio a pasta filata ottenuto dal latte ovino intero
ad acidità naturale di fermentazione.
Viene prodotto esclusivamente con il latte della pecora della Valle del Belice nei mesi estivi, quando la produzione del latte è molto ridotta ed il latte è ricco di aromi intensi e di componenti che ne consentono il tipico processo di lavorazione.
Il prodotto si consuma allo stato fresco dopo tre giorni dalla produzione.
Ha la forma di una "vastedda" o focaccia, di colorito bianco dal sapore acidulo.
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Il Carciofo di Menfi
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Le varietà di carciofo coltivate sono: Violetto Spinoso di Menfi e quelle di recente introduzione, quali Violetto di Provenza, Violetto di toscana e Romanesco.
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La Fragolina di Sciacca
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Classificata botanicamente come Fragaria vesca, si differenzia dalla riflorente per le superiori qualità organolettiche, di profumo e gusto.
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Ficodindia di S. Margherita Belice
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Esistono tre varietà di frutto: la Gialla detta Sulfarina, la Rossa o Sanguigna e la Bianca o Muscaredda. Tali varietà hanno gusti sensibilmente differenti.

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L'AMBITO TERRITORIALE DEL
PROGETTO LAGO ARANCIO


LA FOCE

LA FAUNA ACQUATICA
GRUPPO DI OSPITI
 
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INDICE
1.1 Conformazione orografíca
1.2 Grandi sistemi di paesaggio dell'area "Lago Arancio",
1.2.1 Sistema delle pianure alluvionali
1.2.2 Sistema dei terrazzi alluvionali
1.2.3 Sistema dei terrazzi marini
1.2.4 Sistema dei rilievi collinari argillosi
1.2.5 Sistema dei rilievi carbonatici collinari e montani costituiti da calcari marnosi, marne e calcilutiti marnose
1.2.6 Sistema dei rilievi collinari e montani costituiti da calcari, calcari dolomitici e dolomie
1.2.7 Rilievi collinari costituiti da afrioramenti della fascia gessoso solfifera
1.3 Caratteristiche climatiche

PREMESSA

Il mutamento del panorama socioeconomico e la nuova politica europea, per la quale lo sviluppo rurale è l'unica via sicura e di successo per il futuro delle aree rurali, impongono ai Servizi allo Sviluppo un ruolo nuovo, che si affianca a quello di assistenza tecnica alle aziende agricole. Non bastano azioni dirette esclusivamente agli agricoltori, ma a queste devono aggiungersi azioni di sviluppo per l'intera economia, in una logica di integrazione delle attività produttive e di interazione tra le Istituzioni pubbliche ed i soggetti privati. Tale lavoro rappresenta il completamente della Fase di Censimento del "Programma di attività interdipendente dell'Assistenza Tecnica e Divulgazione Agricola nella Provincia di Agrigento ", la cui finalità è quella di programmare uno sviluppo sostenibile per il rilancio dell'economia agricola di una zona e di tutte le attività socioeconomiche ad essa riconducibili; pertanto si pone quale base per una immediata conoscenza del territorio e delle sue risorse.

Salvatore Cuffaro assessore regionale all'agricoltura e foreste

INTRODUZIONE

Tra le possibili impostazioni di uno studio territoriale, nell'ambito della fase di Censimento del Programma di attività interdipendente Progetto Pilota Area Lago Arancio, si è scelta quella in cui non uno degli aspetti sia privilegiato, ma siano considerate al contempo tutte le risorse endogene: - l'uomo e le sue relazioni sociali; - lo spazio naturale nel quale egli vive; - la dimensione economica delle sue attività. Scopo del progetto è quello di evidenziare le caratteristiche dell'area, sulla base delle realtà naturalistiche-paesaggistiche, ma soprattutto economiche, sia con riferimento a quelle prettamente agricole o collegate al settore agricolo, sia a quelle agro-industriali di medio-piccole dimensioni ed agli aspetti sociali, con particolare riguardo a quello della formazione. Da un'analisi delle strutture, delle realtà e delle potenzialità del territorio, sarà possibile individuare i punti di forza e di debolezza o, in altri termini, le filiere produttive nell'ambito delle quali programmare degli interventi da mettere in atto nella fase successiva, in collaborazione con gli Enti locali territoriali, per il perseguimento di uno sviluppo integrato del territorio. La metodologia seguita ha previsto lo svolgimento del lavoro in due fasi: 1. raccolta di dati ed informazioni: Questa fase è stata condotta mediante acquisizione presso le Sezioni Operative 76 di Sciacca e 77 di Menfi, nonché presso le altre strutture amministrative istituzionali presenti nei comuni dell'area ed in parte ricorrendo all'acquisizione diretta mediante il metodo dell'intervista-questionario. 2. elaborazione ed analisi dei dati Alla raccolta di dati ed informazioni hanno contribuito tutti i tecnici delle Sezioni Operative di Sciacca e di Menfi. Territorio di competenza della Sezione Operativa n. 76 di Sciacca: Comuni di Caltabellotta e Sciacca. Territorio di competenza della Sezione Operativa n. 77 di Menfi: Comuni di Montevago, Menfi, Sambuca di Sicilia e S. Margherita di Belice.
Un ringraziamento è dovuto a quanti, con le loro informazioni, hanno contribuito alla realizzazione del presente studio.

Dott. Renato Piazza coordinatore dei servizi allo sviluppo
Dott. Felice Crosta direttore regionale assessorato agricoltura e foreste


1. AMBIENTE FISICO E NATURALE

L'ambito territoriale del Progetto Lago Arancio si colloca in provincia di Agrigento,
al confine con le provincie di Trapani e Palermo, comprendendo la fascia costiera con i comuni di Sciacca e Menfi, e le aree collinari più interne con i comuni di Sambuca di Sicilia, S. Margherita di Belice, Montevago e Caltabellotta. Tale area coincide con il territorio di competenza delle Sezioni Operative n. 76 di Sciacca e 77 di Menfi. La superficie territoriale complessiva è di 625,20 Kmq. I confini naturali dell'area sono rappresentati ad ovest dal Fiume Belice e ad est dal fiume Verdura; un altro fiume attraversa l'area: il Carboj, sul cui corso nel 1950 è stato costruito un invaso artificiale, il Lago Arancio, alimentato anche dai deflussi di altri torrenti. Il confine nord è segnato dai territori di Giuliana, Burgio, Villafranca Sicula, mentre a sud un litorale sabbioso ne delimita il confine dal Mar Mediterraneo.

1.1 Conformazione orografíca
Differenziata risulta l'incidenza delle fasce altimetriche per comune.
Infatti nell'area è possibile distinguere tre zone ben definite per caratteristiche agrarie e pedoclimatiche: · una prima zona riguarda la fascia costiera, che interessa l'intero territorio comunale di Sciacca e Menfi, prevalentemente pianeggiante, avente quote oscillanti tra i 5 e i 40 metri s.l.m.; questa zona presenta un'alta densità produttiva e risente, dal punto di vista climatico, dell'azione mitigatrice del mare; · una seconda zona centrale con quote altimetriche comprese tra i 41 ed i 220 metri s.l.m., formata da una successione di pianori separati da fertili vallate ricadenti in parte nei territori di Sciacca, Menfi, S. Margherita di Belice, Montevago ed in parte di Caltabellotta; · una terza zona riguarda la fascia collinare e montana interna, con una morfologia più tormentata nella zona del Monte Genuardo (dove si raggiungono i Il 18 m s.l.m.) e di Caltabellotta (950 metri s.1.m), con pendenze anche superiori al 15%.

1.2 Grandi sistemi di paesaggio dell'area "Lago Arancio"
(per "Sistema di paesaggio" si intende un'area con caratteristica distribuzione
di geologia, morfologia, suoli e uso del suolo)

Il territorio dell'area presenta caratteristiche piuttosto eterogenee; sono infatti presenti molti tipi geologici che influenzano notevolmente la distribuzione dei suoli. I principali sistemi di paesaggio presenti sono: · pianure alluvionali - terrazzi alluvionali - terrazzi marini - rilievi collinari argillosi - rilievi collinari carbonatici costituiti da marne, calcilutiti marnose e calcari marnosi · rilievi collinari e montani carbonatici costituiti da calcari, calcari dolomitici e dolomie · rilievi collinari costituiti da affioramenti della fascia gessoso solfifera

1.2.1 Sistema delle pianure alluvionali
Nel territorio di Menfi, il sistema di paesaggio delle pianure alluvionali
è rappresentato da un'area situata a ridosso di Porto Palo, nelle C/de Fiore e Torrenuova. La morfologia è pianeggiante con alcune aree depresse. I principali suoli sono profondi, ricchi di carbonati totali, talora con presenza di sali e problemi di drenaggio nelle aree depresse; la tessitura più diffusa è franca o franco-argillosa; nelle aree con maggiori quantità di argilla si riscontra un incremento delle crepacciature. L'uso del suolo è dominato dal vigneto e dal seminativo (irriguo). Nel territorio di Sciacca, il sistema delle pianure alluvionali si trova lungo il corso dei fiumi Carboj e Verdura e più precisamente nelle contrade Bertolino di mare, Maragani, Isole Carboj e Verdura. La morfologia è pianeggiante con alcuni problemi di drenaggio nelle aree più depresse. I suoli si presentano profondi, ricchi di calcare totale; la tessitura è franca nelle zone vicino ai fiumi e franco argillosa nelle zone più distali. L'uso del suolo è prevalentemente a vigneto, frutteto, agrumeto e seminativo irriguo.

1.2.2 Sistema dei terrazzi alluvionali
Il sistema di paesaggio dei terrazzi alluvionali è presente
ad Ovest e Sud-Ovest di Sambuca di Sicilia, sino ai margini Nord e Nord-Ovest del Lago Arancio, nelle contrade Gulfotta e Pianotta. La morfologia è dolcemente ondulata, intervallata da alti ripiani (es.La Pianotta) costituiti da terrazzi antichi. I suoli più rappresentati sono profondi, con tendenza a crepacciare più o meno pronunciata, con inizio di decarbonatazione (talora il calcare totale scende sotto il 10%) e tessitura prevalente franco-limoso-argillosa. Sui terrazzi antichi si sono riscontrati suoli più sottili talora con strati ciotolosi in prossimità della superficie. L'uso del suolo è rappresentato principalmente dal vigneto e dal seminativo.

1.2.3 Sistema dei terrazzi marini
Il sistema di paesaggio dei terrazzi marini è diffuso prevalentemente
a Sud di Monte Magaggiaro, sino a lambire il mare e in una piccola area tra la sommità di Monte Magaggiaro e gli abitati di Montevago e Santa Margherita Belice; nell'ambito del territorio è il sistema potenzialmente più produttivo e versatile se disponibile acqua irrigua. La morfologia è caratterizzata da superfici pianeggianti o ondulate interrotte da profonde incisioni. I suoli presenti sulle superfici pianeggianti sono prevalentemente con calcare assente o presente in maniera ridotta; nelle incisioni ed in generale nelle aree erose, il calcare totale è invece presente in quantità superiori al 10%. Gli strati superficiali sono generalmente franchi o franco sabbiosi nelle zone pianeggianti, franco limosi o franco limoso argillosi nelle incisioni; gli strati profondi dei suoli delle zone pianeggianti sono spesso arricchiti di argilla (orizzonte "argillico") che aumenta la capacità di ritenzione idrica. L'uso del suolo è costituito principalmente da oliveto e vigneto; sono inoltre presenti ficodindieto, orto irriguo e seminativo; le aree più erose sono incolte. Il sistema di paesaggio dei terrazzi marini è diffuso prevalentemente anche a nordovest da Sciacca nelle contrade Raganella, Ragana, Misilifurmi, etc. La morfologia si presenta pianeggiante o sub pianeggiante mentre la tessitura va dal franco al franco sabbioso. Il calcare è quasi sempre assente lungo tutto il profilo del suolo, Questi suoli hanno una buona capacità agronomica se condotti in irriguo. L'uso del suolo è prevalentemente dato da agrumeti, oliveti, vigneti; negli ultimi anni si sta molto diffondendo le coltivazioni ortive in pien'area.

1.2.4 Sistema dei rilievi collinari argillosi
Questo sistema si riscontra prevalentemente nelle aree alla base dei terrazzi marini,
ove questi sono stati profondamente erosi, costituendo così una sorta di corona attorno ad essi. E' presente inoltre ad Est di Sambuca di Sicilia. La morfologia è di versante declive (15-25%). I suoli sono da moderatamente profondi a profondi, generalmente franco-limoso-argillosi, con tendenza a crepacciare. L'uso del suolo è rappresentato principalmente dal seminativo e dal vigneto. Questo sistema è particolarmente diffuso anche nel territorio di Sciacca, interessando le contrade Guardabasso, in parte Ganetici, Poio. In queste zone la morfologia è moderatamente pendente (10-15%) ed i suoli sono generalmente argillosi con tendenza a crepacciare nel periodo estivo. Anche in questa zona l'uso del suolo è il seminativo asciutto e il vigneto.

1.2.5 Sistema dei rilievi carbonatici collinari e montani costituiti da calcari marnosi, marne e calcilutiti marnose
Il sistema è presente oasisticamente tra Montevago e Monte Magaggiaro
(e/da Lombardazzo), a Sud di Monte Magaggiaro (c/da Finocchio) e nei pressi di Sambuca di Sicilia ove circonda il nucleo di calcari dolomitici di Monte Genuardo. La morfologia è dolcemente ondulata. I suoli sono generalmente calcarei; nelle aree meno soggette ad erosione tende ad accumularsi sostanza organica, conferendo un colore scuro al suoli, mentre nelle aree più soggette ad erosione il colore si avvicina a quello del substrato; la tessitura prevalente è franco-limosa; la profondità varia notevolmente in funzione dell'erosione. L'uso del suolo è rappresentato da vigneto, seminativo ed oliveto. Nel territorio di Sciacca, rilievi carbonatici collinari e montani costituiti da calcari marnosi e marne sono presenti soprattutto ai piedi dei rilievi montani nelle contrade Lazzarino, Forficicchia, Montagna. La morfologia si presenta ondulata e i suoli sono generalmente calcarei. Nelle zone dove la morfologia risulta piana i terreni si presentano più scuri per il fatto che la sostanza organica si lega stabilmente con il calcio. La tessitura è franco limosa. L'uso del suolo è costituito prevalentemente da oliveto e in misura minore da vigneto e seminativo.

1.2.6 Sistema dei rilievi collinari e montani costituiti da calcari, calcari dolomitici e dolomie
E' un sistema presente nella parte più interna dell'area,
rappresentato dal Monte Magaggiaro e dal nucleo centrale di Monte Genuardo, a Nord-Est di Sambuca di Sicilia, nonché in alcune contrade di Sciacca (Nadorello, Gaddimi, etc.) e Caltabellotta (Ficuzza, Cicirata, Cavallaro, etc.). La morfologia è di versante, con pendenze da deboli ad elevate. I suoli sono generalmente sottili o molto sottili, con notevoli percentuali di roccia affiorante; generalmente sono destinati al rimboschimento o sono incolti ed utilizzati al pascolo. Pochi vigneti si trovano nel territorio di Sciacca.

1.2.7 Rilievi collinari costituiti da affioramenti della fascia gessoso solfìfera
Questo sistema si presenta localizzato ad est di Sciacca
nelle contrade Salinella, Quarti e S. Domenico. La morfologia è ondulata e i suoli si presentano per lo più argillosi; hanno un potenziale agronomico piuttosto basso. La salinità unita all'argillosità condiziona negativamente la crescita delle colture. Vengono utilizzati prevalentemente a seminativo, vigneto ed oliveto.

1.3 Caratteristiche climatiche
L'intera area delimitata, pur nella sua eterogenea orografia ed altimetria,
rientra nell'ambito delle regioni mesotermiche caratterizzate da clima "mediterraneo marittimo" con una distribuzione delle piogge prevalentemente autunno-invernale, scarse nel periodo primaverile e quasi assenti in estate. In media nell'arco dell'anno si hanno 58 giorni piovosi, con eventi che spesso assumono carattere torrenziale. Il clima tipicamente mediterraneo è caratterizzato da una precipitazione media annua, relativa all'ultimo cinquantennio, di 580 mm sulla costa e di 700 mm nelle zone interne dove si riscontra una maggiore altitudine. Oltre al lungo periodo "asciutto", già limitante per molte piante e colture, un altro fattore negativo è dato dalla notevole variabilità interannuale delle piogge che oltre ai problemi riguardanti la programmazione colturale, incide anche sulla gestione delle risorse idriche. Il parametro precipitazione assume un andamento oramai consolidato: piovosi i mesi autunnovernini, siccitosi quelli primaverili-estivi. Dall'esame dei dati pluviometrici del quarantennio 1951/90 per la stazione di Sciacca si rileva che i mesi più piovosi sono ottobre, novembre, dicembre e gennaio, con valori di precipitazione compresi tra 70-80 mm, mentre quelli meno piovosi sono giugno, luglio ed agosto.
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